Gian Pietro Guatelli direttore ASCOM Pavia
PAVIA. Ztl: 700 firme per dire no. Ascom si schiera nettamente contro la pedonalizzazione di corso Carlo Alberto, provvedimento ritenuto necessario dalla giunta Depaoli ed esecutivo da ieri. La raccolta firme ha preso il via da oltre un mese, non appena l’Associazione ha avuto notizia dell’imminente allargamento della ztl. Ai commercianti di corso Carlo Alberto si sono in seguito aggiunti anche alcuni esercenti di piazza Cavagneria, spontaneamente avvicinatisi all’iniziativa. “Venerdì sera dovremmo finalmente riuscire a mostrare le firme al sindaco – esordisce speranzoso il direttore Gian Pietro Guatelli –; è da oltre un mese che attendiamo questo momento. Ci è stato detto che Depaoli, l’assessore al Commercio e l’assessore alla Viabilità avrebbero dovuto conciliare gli impegni: forse non ci riescono ma la situazione mi sembra kafkiana”. Eppure Davide Lazzari sembra assolutamente certo che, sul lungo periodo, il suo provvedimento soddisferà i cittadini. “In Lomellina dicono “vurì murì brav’om par forsa” – ironizza Guatelli - Non è che io sia molto contento di morire ma prima o poi deve accadere. Anche la pedonalizzazione di corso Garibaldi doveva rendere felici i cittadini ma quanti negozi hanno chiuso in quella parte della città? Un amministratore che si bea del fatto che McDonald’s e Coldiretti hanno finalmente lasciato il centro e che anche l’abbandono di Aci non sarebbe un problema, fa tremare i polsi”. Forse, ma si tratterebbe di un sacrificio per salvaguardare quella visione di Pavia come “moderna sala da the a cielo aperto” tanto decantata da Lazzari. “Sarà una sala da the poco frequentata – prosegue pungente il direttore Ascom - se questi amministratori intendono per città viva l’allontanamento delle attività commerciali e i servizi, non hanno capito proprio niente: è l’ennesima “lazzarata”. Le loro mosse sono piene di contraddizioni: programmano decine di eventi in 24 ore, la gente invade Pavia e non ha possibilità di parcheggiare. Prima si chiude corso Carlo Alberto, poi si istituisce un osservatorio per trovare una soluzione. Forse sarebbe stato più opportuno fare il contrario”.L’impressione è che si sia cercato affannosamente un rimedio prima di individuare la causa. “Prima delle ferie ho chiesto a Lazzari di avere accesso alle carte che documentano i passaggi in corso Carlo Alberto – ricorda Guatelli – ma credo che non ci verranno mai rilasciate. Dopo il terzo segreto di Fatima, in ordine di segretezza, si colloca lo studio di Lazzari. Il problema sono i residenti? Continueranno a passare. Sono i dipendenti dell’Università? Questa situazione sembra destinata a proseguire fino all’individuazione di un’alternativa, a differenza di quanto accaduto con i parcheggi blu, eliminati senza esitazione. Due pesi e due misure: non si ragiona così con la città”. La voce di Ascom dovrebbe essere tenuta in considerazione dall’amministrazione comunale anche in virtù dell’elevato numero di imprese rappresentate: 7000 in provincia di Pavia, 3000 solo in città. “Il commercio non è fatto solo di bar – rincara la dose il direttore dell’Associazione - Mi sembra di essere tornato negli anni 70 in cui Pavia si è deindustrializzata e si è visto il risultato”.
Resta la sensazione che la fretta sia cattiva consigliera. “Forse ne andava della vita della città – chiude il direttore Ascom, ancora una volta ironico -, un intervento da 118 di questa portata deve essere giustificato da un male grave. Eppure in genere, prima di operare, bisognerebbe fare una lastra, altrimenti si rischia, come in questo caso, di tagliare la gamba sbagliata”.
a cura di Serena Baronchelli