Forse ne ho già parlato ma, se l'ho fatto, mi ripeto lo stesso.Incuriosito dagli adattamenti fisiologici della "macchina perfetta", descrivo quello che mi succede da qualche tempo.Premetto che, da cicloamatore fissato e come spesso ripeto, provo un profondo piacere nell'affrontare salite molto impegnative, pedalando per ore in attesa che arrivi il cartello del sospirato valico.Da tempo (non so però da quanto), quando affronto appunto una salita, mi aiuto ascoltando dell'ottima musica "epica" (per i non addetti ai lavori, per epica intendo quella musica a metà strada tra il Gladiatore e Carmina Burana, I Pirati dei Caraibi e i Vangelis. Cori, tamburi, ritmi incalzanti e voci medievali a fondersi in una specie di Trovatore stra-ritmato).
Qualche settimana fa ho notato un fenomeno molto interessante: mentre ero in macchina, con la bici chiusa in garage, ho provato ad ascoltare "fuori contesto" la mia musica epica. Beh, non ci crederete, ma dopo poche note il mio cuore ha preso ad accelerare e mi sono messo ad ansimare aspirando avidamente aria.
In più, mi si sono dilatate le pupille (come ho potuto controllare) ed ho sentito un calore profondo avvolgermi le gambe.Mentre cercavo una spiegazione, mi sono ricordato del buon vecchio Pavlov (che tra l'altro cito ogni 2 o 3 post su questo blog) e del famoso riflesso condizionato.Come i cani di Pavlov, anche io ho lanciato il mio buon riflesso condizionato; insomma, appena il mio cervello ha iniziato a sentire la musica epica, l'ha collegata all'arrivo di una fatica intensa (la salita) e per questo ha automaticamente avviato il "programma sforzo da bici". E questo anche se a spingere era il motore della mia auto!!!!
Naturalmente ho riprovato nei giorni seguenti e, pur razionalizzando il tutto, il fenomeno si è ripresentato tutte le volte. E si ripresenta ancora.Il fatto che io sappia che la fatica non arriverà, non impedisce al mio cervello di temerne l'arrivo.Il riflesso condizionato è proprio questo.Ah, c'è anche un altro fenomeno. Anche di questo devo aver già parlato mi pare.
Ma lo rifaccio...
Se in un momento particolarmente pesante di una salita ascolto una canzone specifica (anche non epica), quando capita di sentirla alla radio a distanza di tempo, provo un moto di fastidio e cambio subito.
L'anno scorso, quando ho scalato il passo San Marco(o era lo Stelvio?), ho fatto l'errore di ascoltare un album di Raf al quale tengo(tenevo) molto.
Peccato perché mi piaceva. Ora ho smesso di ascoltarlo. Quest'anno sul San Marco (e sullo Stelvio) ho messo invece solo musica epica (che tanto...persa per persa).
Vi aggiorno sugli sviluppi di questo adattamento fisiologico inaspettato.
Saluti condizionati!