PAX ROMANA
Un'ucronia fantastica, avvincente e intelligente per un capolavoro assoluto della graphic novel fantascientifica/storica firmato Jonathan Hickman
"Sono l'illuminata sintesi di mille santi uomini. Sono il vescovo di Roma, il Panchen Lama, l'ultimo Califfo, il Sacerdote eterno di Amon Ra, il Rabbino Nero e lo Sciamano Bianco. Sono il Vicario di Cristo. Sono il Gene Papa".
Pax Romana, di Jonathan Hickman, inizia così, con una stuccevole presentazione di uno strano personaggio chiamato Gene Papa che decide di far visita al Re del Mondo, un bambino di 4 anni, per raccontargli la storia dell'umanità. Storia che nessuno conosce, a parte lui e il gran sovrano d'africa. Storia che ogni Gene Papa conosce, perchè scritta nel proprio Dna, vero e proprio archivio segreto vivente del Vaticano.
Questa cornice iniziale è un meraviglioso pretesto con la quale Hickman ci narra un'ucronica storia dell'umanità dove si mescolano abilmente fatti storici, fantascienza, riflessioni morali, politiche e sociali.
La trama, ovvero la storia raccontata dal Gene Papa al Re bambino, è davvero avvincente, solida e originalissima. In generale, si narrano le imprese di una task force di uomini scelti dal Papa nel 2053 e spediti indietro nel tempo all'epoca di Costantino per modificare il passato e cambiare il futuro.
"Distruggi il passato, crea il futuro" è lo slogan che sembra chiudere quest'opera e che riassume in un certo senso l'idea alla base del lavoro di Hickman, anche se ovviamente non si limita a questo.
All'affascinante ricostruzione storica, si uniscono l'analisi dei rapporti e degli impulsi umani sia tra i membri della task force, impegnati in una missione che ha dell'incredibile, sia tra gli uomini di potere del tempo. Inoltre sono presenti numerose riflessioni sui modelli politici, sulla qualità e le conseguenze dele scelte umane, sulla società, sulla civilizzazione e la legittimazione del potere. Non mi sembra il caso di svelare più elementi della trama che è davvero tutta da scoprire e sicuramente non ne resterete delusi.
L'opera di Hickman, come sostiene Blair Butler nella prefazione al volume, sfugge a qualsiasi canone preciso di narrazione e stile fumettistico. Le tavole di Pax Romana sono davvero un piacere per gli occhi, caratterizzate da una vasta gamma di colori acquosi, che immergono le immagini e le figure in esplosioni cromatiche nello stesso tempo delicate e prorompenti. Tutto questo colore emerge da un bianco sempre presente in gran quantità nelle pagine di Hickman, che da alle tavole un autosufficienza percettiva davvero importante.
Lo stile "Hickman" non si nota solo nella grafica, ma anche nell'impegno tematico e nella complessità narrativa che alterna abilmente momenti dialogici ad intere pagine scritte sotto forma di documento d'archivio o trascrizione di testimonianza vocale. Tutto questo ci permette di oscillare costantantemente tra il racconto orale del Gene Papa al Re Bambino e il taglio documentarstico-storico imposto dalla fantastica ucronia protagonista di Pax Romana, quasi fossimo in grado di leggere nel Dna del Gene Papa e far scorrere l'archivio dell'intera storia umana.
Pax Romana è un capolavoro assoluto. Hickman è un genio visionario, dotato di uno stile unico e affascinante. Senz'altro una delle graphic novel più belle che abbia letto quest'anno.