eBay svezza PayPal, che diventerà gradualmente indipendente nel corso del prossimo anno. La compagnia pensa che PayPal sia ormai in grado di camminare da sola.
A poco meno di tre settimane dall’introduzione di ApplePay sul mercato Statunitense, eBay annuncia la più che prossima indipendenza di PayPal (che avverrà nel 2015) dalla compagnia madre, da cui è sempre stata supportata nel corso degli anni. Coincidenza? “Io non credo”.
Se eBay, da un lato, con un simile annuncio riconosce che l’effettivo valore di PayPal è diventato abbastanza alto da renderla indipendente, dall’altro fa sottintendere che ci sono alte probabilità che il valore della compagnia si abbassi nel corso del prossimo anno. In poche parole: eBay ha sfruttato tutto quel che poteva da PayPal, ed è tempo che entrambi si riposizionino sul mercato… Seguendo strade diverse. Ovviamente, sarà impossibile sentir dire una cosa del genere da eBay o PayPal, ma è difficile leggere la decisione del colosso del Marketing sotto una luce diversa.
Lo scorso Marzo, la battaglia legale con Carl Icahn sull’indipendenza di PayPal è stata (temporaneamente) vinta da eBay, semplicemente dicendo che “la crescita di PayPal avrà un valore più alto” con la sua indipendenza. Icahn, effettivamente, concesse il punto a eBay.
Tuttavia, con ApplePay, il punto di forza fondamentale di PayPal sarà messo in crisi molto presto: il “Network Effect”. Se, prima di ApplePay, non si era utenti PayPal e si voleva ricevere un pagamento, era necessario iscriversi a PayPal per essere pagati; ciò ha permesso a PayPal stessa di raccogliere tra le sue fila oltre 152 milioni di utenti su base mondiale.
In un singolo annuncio, però, Apple ha rovesciato il Network Effect, utilizzandolo contro la stessa PayPal: poiché ApplePay non supporterà la compagnia, è sottinteso che praticamente tutti coloro che utilizzeranno ApplePay non saranno allo stesso tempo utenti PayPal. Senza aver ancora neanche lanciato ApplePay, la compagnia di Tim Cook ha già interrotto lo slancio di PayPal; con uno slancio interrotto, il valore della compagnia crollerà; e, con il crollo del valore della compagnia, arriverà la separazione da eBay.
Se a ciò aggiungiamo che ApplePay non cambierà le carte soltanto sul tavolo di PayPal ma sul tavolo dei pagamenti digitali in generale (niente più carte di credito in tasca, niente più “portatori”, identità del “portatore” strettamente connessa ai codici di ApplePay etc.) è inevitabile prevedere un sostanziale crollo di molti altri giganti sul mercato.
ApplePay, in ogni caso, non farebbe altro che aggiungere legna alla pira che sta iniziando a bruciare PayPal dalle fondamenta: la crescita della compagnia ha smesso di essere eccellente ben prima dell’annuncio del rivoluzionario sistema di pagamenti Apple. Ciò è riscontrabile in fattori come la perdita degli account Uber, l’assenza di innovazione e la mancanza di effettive nuove idee da parte di David Marcus, il cui cervello era ormai probabilmente ridotto a una sottiletta.
Ad essere onesti, comunque, non c’è effettivamente alcun segno di un eventuale fallimento di PayPal all’orizzonte. Oggi, la compagnia genera un reddito di 7.2 Miliardi di dollari annui, ha assunto un direttore esecutivo di qualità ed estremamente creativo nella persona di Dan Schulman che si occuperà di dirigere la compagnia, e possiede ancora la partnership con eBay che le permetterà di accalappiare qualche altro utente nel corso del prossimo anno, prima dell’effettiva separazione. Oh, certo, PayPal crescerà ancora, e anche se non lo facesse possiede una fetta consistente del mercato e del volume dei pagamenti digitali, nonché un “valore presente lordo” di 203 Miliardi di Dollari, a detta di eBay, circa il doppio della compagnia di Marketing stessa. In più, le fila di BrainTree sono stracolme di teste molto più che valide. PayPal, indubbiamente, non smetterà di crescere; semplicemente, non vanterà più la crescita a razzo che ha sfoggiato negli ultimi anni.
Da utente PayPal, in ogni caso, non sono sicuro che la cosa mi piaccia.
Fonte: BankInnovation
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