Garetta non competitiva di 5 chilometri a Sandigliano? Perché no? Mezz’oretta da casa mia, giornata di riposo, bella giornata..Ad un certo punto il navigatore mi fa deviare a sinistra. Vorrebbe farmi passare ATTRAVERSO una sbarra di ferro che sbarra l’accesso ad una strada privata, sterrata. Al diavolo, e dire che l’ho programmato perché gli sterrati li eviti. Di tornare indietro non ne ho voglia, così proseguo dritto, imboccando un altro sterrato, in buone condizioni. Penso che dopo poche centinaia di metri mi riporti all’asfalto, ma penso male. Passano i chilometri ed i minuti e sono sempre in mezzo ad un bosco e la strada, ad ogni curva, mi mostra altro bosco ed altro sterrato. Mi incaponisco e proseguo imperterrito: a questo punto, a costo di finire tutta la benzina, devo vedere la fine. Scoprirò di essere finito nella riserva naturale della Bessa , percorsa interamente per 11 chilometri, da Mongrando a Cerrione.Per fortuna c’è ancora un buon margine di tempo: sono le 19 e la gara è tra mezz’ora.Arrivo a Sandigliano e scruto attentamente i “segni” che mi fanno pensare all’imminenza di una corsa podistica: addetti con bandierine, runners che corricchiano, e nella migliore delle ipotesi volantini e indicazioni del luogo del ritrovo ( di cui non mi ero annotato la via, contando sul fatto che il paese non è Rio de Janeiro). Nulla. Neppure un padiglione delle feste. Comincio a pensare di aver sbagliato giorno. Sono ormai le 19.20Al diavolo, torno a casa. E, sapete, spesso proprio nel momento in cui ci arrendiamo e smettiamo di lottare il destino si fa sentire e ci prende per mano. Imbocco un incrocio per tornare a casa e lo scopro bloccato da una transenna ed un vigile. Transenna+vigile=gara podistica? Chiedo al vigile che mi conferma. Chiedo del ritrovo: “Duecentocinquanta metri, sulla sinistra” .Con la tentazione di sgommare e di bruciare il rosso al semaforo (ma proprio sotto gli occhi del vigile non mi sembrava il caso) mi dirigo verso il posto. Ed ecco lì il gonfiabile, ed una marea di persone. Il paese era semi deserto perché erano tutti lì. Abbandono l’auto e cerco il tavolo delle iscrizioni. Mi accoglie una coda che sembra di essere a Gardaland. Cerco mia madre con lo sguardo ma non la trovo più. Dopo cinque minuti di coda (di certo non partiranno proprio ora, vero? ) la vedo davanti al tavolo delle iscrizioni, una ventina di posizioni più avanti, che discute e tira fuori dei soldi. Poi torna con il cartellino. Mi ha iscritto lei. Anche a questo servono le mamme, a volte. Un gruppo di keniani, già iscritti, mi vede. Li vedo stracciare il cartellino ed andarsene con aria mortificata: sanno che non ci può essere competizione (questa è una bufala pazzesca, ma a scriverla fa ”colore”).
Foto gara da "Biellaedintorni.it"