pbeb architetti & Marini Marmi

Creato il 07 novembre 2013 da Luisellazeri @ARCHIzonzo

Con questo articolo iniziamo su ARCHIzonzo un breve ciclo di interviste rivolte ai progettisti e alle aziende protagonisti del nostro contest dedicato alla manifestazione “Marmomacc and the city”.Procedendo in ordine prettamente cronologico, la prima intervista che vi vogliamo proporre è quella rivolta agli ideatori dell'opera vincitrice del nostro sondaggio.

credits pbeb architetti

La scutura che ha ricevuto il maggior numero di consensi è stata Reuse for a future City con 37 voti, ovvero il 52% dei partecipanti al sondaggio. Questa settimana abbiamo il piacere di ospitare sulle nostre pagine lo studio di architettura pbeb architects, guidato dall’architetto Paolo Belloni. L’opera è stata promossa e realizzata in collaborazione con la ditta Marini Marmi di Castro, in provincia di Bergamo. Ecco quanto ci hanno raccontato i progettisti sul loro lavoro:
“ Il progetto propone una riflessione sui temi della città e del RIUSO. Il Ceppo di Gré è una pietra molto particolare presente esclusivamente alle falde del Monte Clemo e sulla sponda bergamasca del lago d'Iseo ed è il risultato di un deposito conglomeratico. E’ il risultato di una fase importante in età quaternaria di demolizione in massa dei versanti e accumulo di potenti corpi detritici.Il materiale di cui è costituita questa breccia è in fortissima prevalenza dolomia norica in pezzi spigolosi delle più varie dimensioni, fortemente saldati da un cemento calcareo grigio chiaro.Il Ceppo di Gré. È coltivato oggi in sotterraneo in loc. Gré (comuni di Castro e Solto Collina),
Per le sue caratteristiche geologiche l’estrazione dei blocchi di cava può presentare significative irregolarità con la presenza di zone più porose e disomogenee. I blocchi con queste caratteristiche vengono di norma scartati è costituiscono una parte significativa di sfrido dell’azione di cava.
L’opera vuole restituire il giusto valore a questi blocchi che, proprio perché “impuri” costituiscono pezzi unici caratterizzati da un aspetto estetico che conferisce ad ognuno di essi una propria specificità.
I blocchi, in “cemento naturale”, sono stati scavati e geometricamente svuotati per riprodurre un’immagine di città. Una città che nasce dal riutilizzo dei pezzi di scarto, una città che non considera il difetto e l’imperfezione come un motivo di esclusione ma come una ragione di identità e di ricchezza. Quest’opera vuole quindi essere un invito ad individuare le forme e le soluzioni che favoriscano  l’impiego e il riutilizzo di materiali di lavorazione e semilavorati che altrimenti andrebbero inutilmente scartati.”

credits Marini Marmi



ARCHIzonzo ha rivolto inoltre delle domande specifiche ai progettisti. I quesiti chiedevano di rispondere ad alcune questioni riguardanti principalmente i temi della collaborazione fra progettisti e azienda e la relativa esigenza di far coesistere nel lavoro da esporre, arte, architettura e aspetti commerciali derivanti dalla partecipazione all'esposizione fieristica. Abbiamo poi chiesto come è possibile portare avanti una riflessione sui temi della contemporaneità inserendosi in un contesto storico particolare e ben definito come quello offerto dalla cittadina Veronese.
L’architetto Belloni ha così riassunto il proprio pensiero rispetto a questi temi:
“ Marmomacc and the city (NdR) è stata per noi l'occasione per confrontarci con il tema dell'opera d'arte nello spazio pubblico. Il carattere di temporaneità ci ha permesso di affrontare il tema con una certa leggerezza senza però rinunciare a cogliere l'occasione per esprimere un pensiero sulle dinamiche della città contemporanea e sulla necessità di un approccio più sensibile, se non addirittura etico nei confronti del tema del "RIUSO".(…) Effettivamente l'assenza di una seppur breve descrizione in accompagnamento alle opere esposte ha costituito a mio avviso un punto debole nella modalità con la quale le opere sono state esposte.”

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