Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!
Quanti utilizzi riuscite a pensare per un vecchio Game Boy? E per un Commodore 64? Per quanto fantasiosi pensate di essere, i ragazzi dietro al documentario Europe in 8 Bits ne conoscono uno in più di voi: l'opera indipendente racconta il movimento, le ragioni e le peculiarità di un nuovo tipo di suono che si sta diffondendo a macchia d'olio e che viene realizzato a partire da vecchie macchine da gioco. Pezzi d'hardware ideati negli anni '80 che, trent'anni dopo, hanno trovato nuova linfa vitale, una ragione inedita per tornare a farsi utilizzare. La visione è a pagamento, ma i due euro richiesti non sono certo una cifra impossibile. A corto di soldi? Date un'occhiata a questa breve ma interessante panoramica sull'umanità che popola i server di DayZ, una piccola analisi antropologica sul gioco che ha conquistato più di un milione di giocatori. Infine KillScreen ha intervistato alcuni sviluppatori per capire quale influsso abbia avuto sulle loro ultime opere il ciclone Dark Souls, certamente il titolo giapponese più influente degli ultimi anni e il segno tangibile che il panorama nipponico ha ancora qualcosa di importante da dire.
di Umberto Moioli
COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreIntel Core i5-4430 € 170.00
Scheda MadreASRock Z87 Pro4 € 100.00
Scheda Video
GeForce GTX760 € 205.00
RAM
Corsair XMS3 8gb (2x4gb) ddr3 1600 MHz € 70.00
Alimentatore
SeaSonic S12II 520 Bronze 520W € 60.00
Hard DiskHard Disk Seagate - Barracuda 500 GB + Samsung 830 128GB € 145.00
Lettore-Masterizzatore Ottico
Samsung SH-S223Q SATA € 25.00
CaseCooler Master 690 II Advanced € 85.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER DA GIOCO € 870.00
Thief: Deadly Shadows
Ogni tanto capitano dei momenti di sconforto in cui non si sa bene cosa dire su un certo argomento senza apparire inevitabilmente preda di una forte nostalgia. Ad esempio da fan della prima ora della serie Thief, chi scrive vorrebbe avere qualcosa di intelligente da dire sul reboot di Eidos senza doversi mettere sulla difensiva creando con le parole una barriera di ricordi.
Purtroppo è inevitabile farlo dopo aver accumulato una certa esperienza, con tutti i limiti e i vantaggi del caso. In questo contesto il nostro sforzo sarà quello di parlarne senza parlarne (in fondo siamo la raccolta differenziata). Per riuscire nell'obiettivo che ci siamo posti non torneremo a dedicare parole al primo capitolo, The Dark Project, quello storicamente più determinante, e non esamineremo The Metal Age, il secondo, complessivamente il più compiuto in termini di espressione delle potenzialità del genere stealth. Ci rivolgeremo invece al terzo episodio, finora il più bistrattato del gruppo. Anzi, non parleremo di Thief: Deadly Shadows nella sua interezza, visto che non offre spunti particolarmente rilevanti, ma ci concentreremo su un singolo livello: The Shalebridge Cradle.
Posizionato verso la fine dell'avventura, il livello del terzo Thief ambientato nel complesso di Shalebridge, un ex orfanotrofio e manicomio teatro di eventi indicibili, è una di quelle gioie videoludiche verso cui ci si può sempre rivolgere per trovare un po' di conforto. Pensandolo nel contesto del gioco, era come un diamante incastonato in una struttura di bronzo: brillava di luce propria al di là e in contrasto con ciò che aveva intorno. Entrare a Shalebridge equivaleva a penetrare in un incubo fatto di ambienti bui e minacciosi, di stanze ampie piene di un terribile passato invisibile rimasto vergato nella memoria viva delle assi di legno bruciate e dei terrificanti suoni che affollavano l'aria. Tutto aveva senso, ma niente lo aveva e questo rendeva l'esplorazione insopportabilmente lenta, rotta dall'esplosione di panico causa dall'apparizione dei perturbanti abitanti dell'ameno luogo. Shalebridge era una tesi sull'orrore videoludico, un perfetto miscuglio di detto / non detto, di narrazione al di là del raccontato. Chi scrive ricorda di aver superato quel livello dopo un paio di ore di esplorazione lentissima.
In alcuni momenti la tensione era così forte che ci obbligò a mettere in pausa, fare un giro per casa e poi tornare a giocare. La prima apparizione di un paziente, con le luci elettriche che lampeggiavano impazzite al suo avvicinarsi, la prima volta che ne abbiamo affrontato uno alle spalle, scoprendo che non potevamo atterrarlo prendendolo di sorpresa, la prima fuga, il primo urlo... minuti interi passati dietro a un muro per capire che fare e come procedere per non fasi ammazzare. Le ombre, fino a quel momento le migliori alleate di Garrett, erano diventate una minaccia, mentre quasi tutte le tecniche di offesa apprese e usate per tre quarti del gioco erano praticamente inutili. Come non rimanere sconvolti di fronte a tanta bellezza? Soprattutto, come non portarsela dentro come un'esperienza preziosa, un pagina di alta letteratura ottima per fare confronti di fronte ai pretendenti al trono? Davanti all'oscura perfezione di Shalebridge, molti titoli osannati dalle masse cadono ancora miseramente. Ecco, in un reboot della serie Thief vorremmo che ci fosse almeno un livello che ci rimanesse impresso come The Cradle, qualcosa da ricordare e da tramandare che diventi nostro nel senso più intimo e profondo del termine. Chissà, magari nel reboot del reboot qualcuno si ricorderà cosa significa progettare un livello per un gioco stealth. Per ora dobbiamo accontentarci di rivangare il passato.
di Simone Tagliaferri
Quando il portafogli piange, forse è arrivato il momento di provare un bel browser game gratuito. In seconda battuta cercare un lavoro potrebbe aiutare, ma i tempi sono quelli che sono. Ecco allora che ci viene in aiuto lo splendido Only Human Can Cry. In questo breve gioco interpretiamo una creatura simile a una composizione di solidi geometrici che deve dimostrare la propria umanità agli esseri umani. Un'idea potente realizzata molto bene.
Richard Perrin è l'autore di Kairo, un interessante gioco che si basa sull'esplorazione di un mondo tridimensionale con puzzle da risolvere. A meno di un anno di distanza Perrin è pronto a tornare sul mercato con un videogioco completamente diverso. Journal è infatti un viaggio narrativo, un racconto che si sviluppa con schermate animate che scorrono orizzontalmente come le pagine di un diario. Ci sono molto personaggi con i quali interagire e dialoghi da leggere, perché Perrin ha potuto affidare lo sviluppo artistico del gioco a Melissa Royall, concentrandosi così sulla narrazione. Journal accresce il numero di giochi che preferiscono esplorare nuovi modi di raccontare una storia anziché tentare sistemi di gioco alternativi. Un filone che sta diventando sempre più importante grazie agli sviluppatori indipendenti, e che offre quasi sempre uno sguardo sui loro drammi e ossessioni personali. Journal non fa eccezione, e per dieci dollari può entrare nella vostra libreria digitale di videogiochi da intenditori.
Vlambeer sta per incendiare gli schermi dei nostri PC con adrenalinici duelli aerei ambientati nei cieli della Seconda Guerra Mondiale. La battaglia si scatenerà il 18 marzo su Steam, e sembra proprio che Luftrausers sarà la prossima bomba indie da non perdere.
Luftrausers - Il terzo video di gameplay
Lo stile grafico è un omaggio ai tempi lontani dei primi videogiochi messi in commercio, ma funziona anche in relazione all'ambientazione e alla struttura di gioco, per la quale un'eccellente pulizia dei nemici e dei colpi favorisce la giocabilità. Vlambeer è uno che va al sodo e non si perde in fronzoli, e lo dimostra ancora una volta con 100 missioni da affrontare e 125 combinazioni di equipaggiamento possibili per il nostro aereo. Il resto sono solo ardite acrobazie e una pioggia di colpi contro altri assi dei cieli, navi da guerra e sottomarini. Inutile dire che i punteggi più alti saranno in bella vista all'interno di una classifica mondiale online. Luftrausers è disponibile a 8,99 euro, ma se siete in vena di follie, o avete piani segreti che solo voi comprendete, per 749,99 dollari è disponibile un'edizione speciale che contiene una copia del gioco senza DRM e cento chiavi Steam di Luftrausers da regalare. Magari prima di lanciarvi in questo acquisto indiscriminato provate il prototipo gratuito del gioco disponibile sul sito ufficiale.
Crawl offre una variazione molto interessante sul tema dei dungeon crawler. Innanzitutto è bene sappiate che questo è un gioco da fare con gli amici. Uno di voi interpreta l'eroe, mentre gli altri, fino a tre in tutto, fanno le veci dei mostri e delle trappole del dungeon, con l'unico scopo di fare fuori l'eroe. Il bello è che il primo a uccidere l'eroe ne prende il posto. Si scatena così una lotta furibonda dove ogni tanto il cacciatore diventa la preda. Dal canto suo, l'eroe, se accumula punti a sufficienza, potrà affrontare il boss del dungeon, comandato dagli altri amici, che si dovranno coordinare tra loro. In assenza di persone con cui giocare, che naturalmente si possono trovare anche online fra tutti gli utenti collegati, è sempre possibile allenarsi contro l'intelligenza artificiale. Al momento Crawl è in attesa della luce verde su Steam. Offritegli il vostro voto se pensate che meriti un posto sulla vetrina di Valve.
di Andrea Rubbini
Rift
È da un po' che non parliamo del MMORPG firmato Trion Worlds, e vale la pena riprendere l'argomento perché, a dispetto dei suoi detrattori, gode ancora di ottima salute soprattutto dopo essere passato al modello free to play.
E infatti, la prossima patch che aggiornerà il client alla versione 2.7 introdurrà anche due nuove Soul il cui preciso obiettivo è quello di permettere ad ogni classe del gioco di ricoprire qualunque ruolo. Guerrieri che curano, insomma? A quanto pare la Soul del Liberator servirà proprio a quello, ma non nel senso tradizionale del guaritore statico e passivo visto che permetterà di combattere in mischia e contemporaneamente di curare il gruppo con potenti magie ad area che consumano le risorse tradizionalmente impiegate per infliggere danni. L'altra Soul è quella dell'Oracolo, la quale permette di potenziare gli alleati e inabilitare i nemici con delle magie dell'acqua e della morte che permettono di applicare bonus e stati anomali di vario genere. Come al solito c'è anche un po' di "lore" ad arricchire questi nuovi contenuti, anche se un po' forzato: gli oracoli, a quanto pare, proverrebbero da un lontano futuro alternativo in cui Telara è stata quasi distrutta. Come se non bastasse, la patch introdurrà anche una nuova mappa PvP, Steppes of Infinity, già sui server test: pare che le squadre dei giocatori dovranno trasportare delle risorse da un punto all'altro della mappa, ma c'è un tempo limite scaduto il quale la battaglia si trasformerà in un vero e proprio deathmatch.
Diablo III
Da una patch all'altra, è quasi arrivato il momento di Reaper of Souls, la prima espansione del chiacchieratissimo dungeon crawler firmato Blizzard che tanto ha fatto parlare di sé prima e dopo l'uscita.
La software house di Irvine ne ha approfittato per presentare ufficialmente una delle nuove zone, la Palude del Sangue: si tratta di una gigantesca area paludosa (ma dai?) segnata da ponti e fiumiciattoli con una storia di guerra e sangue (ma dai? 2, la vendetta) alle spalle. Tra i vari nemici che i giocatori dovranno affrontare figurano bogan e golem e c'è spazio anche per le rovine di Corvus, una cripta che risulterà piuttosto familiare ai veterani di Diablo II. Vi ricordiamo che fino al 24 marzo i giocatori PC e Mac potranno godere di un bonus temporaneo ai punti esperienza: 50% in più, per la precisione, che permetteranno di sfruttare un bel po' il nuovo sistema dei livelli di eccellenza.
Star Wars: The Old Republic
Quella dell'housing è una feature che per qualche anno si è vista poco nei MMORPG, più che altro perché il tronista Blizzard l'ha bellamente ignorata e tutti i copioni l'hanno seguito a ruota.
Ultimamente, però, la moda dell'housing ha ripreso vigore e un po' tutti gli MMORPG in uscita, se non già usciti, hanno cominciato a riproporla, compreso World of Warcraft con i suoi "garrison". Era solo questione di tempo, quindi, perché anche BioWare proponesse la sua versione dell'housing. I dettagli sono ancora pochissimi, ma lo sviluppatore ha pubblicato un teaser trailer che mostra un'abitazione sul pianeta Coruscant e un esplicito "Welcome Home". Non è la sola novità in arrivo per la galassia lontana lontana, comunque, anche se le prossime sono un po' più definite: sui test server aleggia già l'aggiornamento 2.7 che, tra le altre cose, introdurrà quattro nuove astronavi dotate di grande velocità e un'enorme potenza di fuoco per il minigioco sparatutto, nonché una mappa inedita, Denon Exosphere, ambientata intorno a quello che resta di una stazione spaziale in rovina. La patch concluderà anche la prima stagione del PvP classificato, aggiungerà la warzone Quash Huttball e la modalità Nightmare per l'operazione Dread Fortress. Dulcis in fundo, due nuovi flashpoint per proseguire la storia di The Old Republic: Korriban Incursion e Assault on Tython. Parecchio in cantiere, insomma, per la gioia di tutti i fan di Guerre Stellari.
Guild Wars 2
Sono già passate due settimane dalla distruzione di Lion's Arch, ma la battaglia continua e si avvicina anzi alla sua conclusione. ArenaNet ha aggiornato il client di Guild Wars 2 con la nuova patch, Battle for Lion's Arch, e tutta una serie di obiettivi ed eventi che si svolgeranno all'interno della città in fiamme.
Tra miniboss e megaboss, i giocatori potranno finalmente affrontare e sconfiggere, una volta per tutte, l'odiatissima Scarlet Briar in un tête-à-tête definitivo al quale seguirà un eclatante colpo di scena. Ma l'assedio di Lion's Arch sarà veramente finito? E cosa significherà il piano diabolico di Scarlet per il futuro di Tyria? Le domande troveranno risposta il 18 marzo, quando l'attuale "stagione" narrativa di Guild Wars 2 si concluderà e inizierà la successiva. Nel frattempo i giocatori potranno scorrazzare per la città, combattendo pirati, costrutti meccanici e altre amenità, raccogliendo i materiali necessari a fabbricare nuovi oggetti e magari mettendo le mani sulle nuovissime skin "Tormented" in vendita sul Gem Store.
di Christian La Via Colli
Le DirectX 12 sono pronte al debutto?
Nella scorsa puntata abbiamo parlato di come le API Mantle di AMD abbiano finalmente fatto scattare quella corsa all'ottimizzazione che i giocatori PC attendono da tempo immemore. Un evento epocale che sembra essere stato confermato dal titolo dell'intervento Microsoft organizzato per la GDC 2014 di fine mese. Il panel, infatti, si intitola Microsoft DirectX: Evolving Microsoft's Graphics Platform e l'estratto che lo descrive, piuttosto sommariamente, parla di tool di sviluppo più potenti e intuitivi. Non proprio una conferma ma un dettaglio che indubbiamente rinforza la credibilità di rumor che parlano di una Microsoft già al lavoro sulle DirectX per consentire agli sviluppatori di lavorare a un livello più vicino all'hardware, esattamente come succede con Mantle.
Questa settimana, purtroppo, il contesto non cambia e ci troviamo di nuovo a vagliare delle indiscrezioni che, però, vanno nella stessa direzione di quelle precedenti e puntano ancora una volta all'intervento di Microsoft per la GDC 2014. Nuove voci piuttosto specifiche che non parlano genericamente di una nuova versione delle DirectX 11 ma fanno preciso riferimento alle DirectX 12 che sarebbero balzate improvvisamente in cima agli interessi di Microsoft in seguito alla presentazione della tecnologia Mantle. Ma, in tutto questo, potrebbe centrare anche la necessità di ottimizzare ulteriormente Xbox One che ha bisogno di stupire dopo un inizio traballante dovuto, molto probabilmente, a software di sviluppo piuttosto acerbi. D'altronde dalla stessa Microsoft sono arrivate voci che durante la GDC ci sarà spazio per la nuova console Microsoft con novità importanti oltre all'attesa demo tecnica legata alla tecnologia cloud. Ebbene, nuove librerie, particolarmente performanti sarebbero indubbiamente un qualcosa di rilevante. I motivi, comunque, ci interessano poco e quello che ci importa è che il colosso di Redmond, sempre secondo i rumor, potrebbe essere pronto a cambiare pagina, dopo oltre quattro anni vissuti all'insegna di tecnologie come la tessellation e come l'importante implementazione del GPGPU che permette ai processori dedicati al calcolo grafico di elaborare anche dati di natura generale. Oggi ci si aspetta, come anticipato, novità legate ai tool, ma anche una maggiore ottimizzazione sul fronte degli effetti di contorno. L'immagine ormai è decisamente pulita, i modelli calcolabili su schermo sono innumerevoli e la distanza visiva decisamente elevata. Quello che manca sono i piccoli dettagli, le imperfezioni, le folate di vento improvvise e non calcolate. Elementi che non sappiamo se siano alla portata delle nuove console ma che ormai dovrebbero essere normali almeno sui PC di fascia alta. Aspettiamo, dunque, sperando di restare sopresi su tutti i fronti.
La ASUS ROG Ares III - Nuova bomba extralusso in arrivo?
Mentre sul fronte dei processori AMD si è concentrata sulla fascia economica, presentando anche un socket economico dedicato alle APU Kabini, Asus ha intenzione di continuare a sfruttare i prodotti della compagnia, in questo caso le GPU, per sfornare una nuova scheda da record. Secondo le indiscrezioni potrebbe trattarsi di una dual GPU simile, in termini di concetto, alla precedente scheda extra-lusso della compagnia e il nome della scheda video sembra confermare il sospetto. Parliamo della ASUS ROG Ares III, una scheda video che sarà presentata al Computex 2014 e che, come la Ares II che era equipaggiata con due GPU Tahiti, potrebbe essere equipaggiata con due GPU Hawaii. Sempre guardando a quanto fatto da Asus con la Ares II, l'ipotesi è che si tratti di una scheda in edizione limitata, estremamente costosa e non certo pensata per insidiare Nvidia anche se quest'ultima ancora non ha tirato fuori dal cappello una scheda dual GPU.
Ma, nonostante si tratti di una scheda praticamente fuori mercato, la Ares III non può non fare gola agli appassionati dei PC da gioco sia in quanto esperimento interessante, sia come oggetto del desiderio. Se le indiscrezioni si rivelassero esatte, infatti, ci troveremmo davanti a una scheda video con 5632 stream processor e 176 texture unit, un mostro capace, in teoria, di prestazioni estreme. Prestazioni che, sempre secondo i rumor, comporterebbero tre connettori ausiliari da 8 pin per un consumo di 500 watt e un sistema di raffreddamento composto da una ventola e da un condotto per il raffreddamento a liquido. Le voci, in sostanza, ci presentano la Ares III come una creatura bollente e assetata di energia, un panzer che potrebbe arrivare sul mercato, con 6 o 8 GB di memoria video, poco dopo il Computex, alla fine del secondo trimestre del 2014. Nel frattempo, in attesa di fugare i dubbi con informazioni ufficiali, possiamo ipotizzare quei dati che non compaiono nemmeno in forma di rumor. Possiamo, per esempio, aspettarci un prezzo di lancio vicino a quello della ROG Ares II, scheda che costava ben 1600 dollari di fronte a una disponibilità di un migliaio di pezzi. E possiamo anche ipotizzare un balzo nel bus della memoria che potrebbe arrivare, se i GB installati fossero effettivamente 8, a 512 bit per canale. Tutto è possibile, d'altronde la ASUS Rog Ares III dipinta dalle indiscrezioni è una scheda pensata per l'esagerazione, una scheda per pochi eletti decisi a vedere il proprio esborso tradotto in numeri altisonanti.
di Mattia Armani