Rischia di complicarsi non poco l’iter delle riforme a Palazzo Madama, dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali del “dissidente” democratico Corradino Mineo e l’autosospensione, per solidarietà nei suoi confronti, di 14 senatori.
Gli altri partiti non stanno a guardare, soprattutto da Forza Italia, con Silvio Berlusconi che spera di approfittare delle divisioni interne al Pd per far pesare i voti dei forzisti nel prossimo incontro con il presidente del consiglio Renzi. Rinviato, sembra, a data da destinarsi: sembra infatti tramontata l’ipotesi del 17 giugno. Sarebbe stato lo stesso ex cavaliere a consigliare lo slittamento a dopo il chiarimento che Renzi avrà con la parte più turbolenta del suo partito.
Gli appuntamenti decisivi per i democratici nei prossimi giorni sono due: l’assemblea di domani, ma soprattutto l’incontro di Renzi con i senatori democratici ribelli, fissato per martedì a Palazzo Madama. Non sembraintanto destinata a scendere la tensione tra Mineo e la dirigenza del partito. Al capogruppo Luigi Zanda, che mette in guardia dalle divisioni interne – “La fine del governo Prodi per mano di Mastella” ricorda “portò a un esito elettorale devastante per il Centrosinistra” – risponde lo stesso Mineo: “Se il partito si rende conto dell’errore e vuole ricucire ne sarò ben lieto. Ma non pensino di potermi mettere la museruola: sono un uomo libero, non sono un epurato”.
MC