Quello che obietto è che dirsi nuovi e contemporaneamente effetto del berlusconismo è un controsenso, che vale(va) per la vecchia politica. Ma è evidente che i grillini si siano adeguati subito alla vecchia politica.
Vecchia, e ben rappresentata ancora da Bersani. C'è poco da fare: va bene il cambiamento, e sostenere di volerlo promulgare, ma occorre saperlo anche proporre: doveva fare di più. Doveva proporre dei nomi e dei contenuti che non avrebbero potuto rifiutare, mentre si è limitato (giustamente) a porli di fronte alle loro responsabilità, e (ingiustamente) a porli di fronte ad un governo "vediamo come va"...
Non ha fatto i conti con l'oste: la follia incostituzionale di Grillo (perché di follia si tratta: non si possono fare leggi senza governo. Saranno le loro scelte, ma sono folli) non prevede dei finti ammiccamenti, ma necessita dei contenuti di pietra, solidi come il marmo, magnifici come le grotte dei nani dei racconti di Tolkien. Maestosi e concreti, come solo una vera proposta di cambiamento può essere.
Bersani, il PD, Napolitano, chi per loro, infatti, devono portare il M5S davanti alla loro nemesi: proposte allettanti di fronte all'alternativa della tremenda distruzione dello Stato italiano. Se Grillo vuole questa (il fatto che si chiamino "cittadini" è ridicola, da un lato, pericolosa e spaventosa - tremenda, appunto - dall'altro), il PD deve mostrare che c'è un'alternativa costruttiva.
Per questo, però, il PD deve cambiare se stesso. Deve 1. smettere di sentirsi superiore, 2. aprirsi alle contaminazioni, 3. proporre qualcosa non per il proprio semplice tornaconto, 4. pensare la politica in modo diverso da come l'ha pensata assieme a Berlusconi. Ce la farà?
Vincerà Danton o Robespierre?br>