P.D.James e Amanda Grange – Personali perplessità 2#
Creato il 17 settembre 2013 da Loredana Gasparri
L’altra ala della mia perplessità, invece, è costituita
da Mr Darcy, Vampyre, opera di Amanda Grange. La scrittrice ritorna alla
mattina del doppio matrimonio tra Elizabeth e Darcy, e di sua sorella Jane con
Mr Bingley, per raccontare la sua personale versione dei fatti. L’affascinante
Fitzwilliam Darcy rivela fin da subito un lato ambiguo. Nel giorno del suo
matrimonio, non sembra poi così felice. Invece di dare disposizioni per partire
per il Lake District, la casa padronale, Darcy trascina la perplessa sposina in
un viaggio per mezza Europa, attraversando Francia e Italia, passando da
Venezia fino a Roma, senza alcun motivo apparente. Quando si tratta di rimanere
solo con lei, soprattutto la sera, afferra mille pretesti per non farlo. Elizabeth
si strugge in segreto, s’incolpa di mille cose, non si ritiene all’altezza,
cerca di scoprire i motivi dell’improvvisa freddezza del marito, e dei suoi
continui cambiamenti d’umore. La povera fanciulla soffre, ma resiste. Amanda
Grange la fa soffrire stoicamente nell’incertezza per diverso tempo. E
contemporaneamente, condividevo la stessa sorte di Elizabeth. Io avevo un
vantaggio, rispetto a lei, poiché sapevo già dall’inizio che lo sposo possedeva
qualità nascoste poco desiderabili, ma non le vedevo manifestarsi. Allora,
Darcy, ha già capito che c’è qualcosa che non va, quand’è che cerchi di
morderla? Oppure preferisci dirglielo prima? Ma le pagine scorrevano, senza che
capitasse qualcosa di VAMPIRESCO, sul serio. C’erano continui accenni alla
natura oscura dell’uomo più desiderato in letteratura, ma...nessun luccichio
rosso negli occhi, nessuna trasformazione, nessuna macchia di sangue sospetta. Solo
indizi: il viaggio verso alcuni parenti particolarmente riservati, che fanno
capo ad un Conte POLIDORI, l’attacco di una folla inferocita intenzionata a
sterminarli, da cui Elizabeth e Darcy si salvano a stento, la partecipazione ad
uno strano ballo in maschera, accompagnato da musiche e danze di almeno due
secoli prima, un Principe romano bizzarro e inquietante, teso a separare la
nuova coppia, un inseguitore misterioso che li perseguita in tutta Italia. In tutto
questo, la pazienza di Elizabeth comincia ad assottigliarsi, come la mia. Ed è
a quel punto che...la storia ha il suo epilogo, e il suo finale. A me rimane
una sola domanda, invece. Perché? Cos’ha indotto Amanda Grange a trasformare un
brillante, intelligente per quanto sostenuto e pieno di pregiudizi uomo
settecentesco, in una creatura della notte, anche poco credibile come questa? La
fantasia non ha limiti, ma ci vuole uno sforzo non indifferente per appioppare a
personaggi austeniani così chiari, così ragionevoli e radicati nella realtà del
loro tempo, un lato da incubo tipico di una letteratura angosciante come quella
gotica. Per questo, ho cercato di capire chi fosse Amanda Grange. Dalla
copertina di Mr Darcy, Vampyre, scopro che si è specializzata da tempo nell’interpretazione
creativa di classici della letteratura inglese. Definizione azzeccata, “creativa”. E continuando la mia ricerca, leggodalle sue parole i motivi che l’hanno indotta a infoltire la schiera di vampiri con Mr Darcy:
“In the article, I explore some of my reasons for writing Mr
Darcy, Vampyre. It's a mulit-layered novel and the layers begin with the title.
I wanted a title which would warn my regular readers that it wasn't like my
other books because I didn't want them to be shocked when they read it. I also
wanted to make an ironic comment on the prevalence of vampyres in our modern
culture, irony being particularly suitable for anything related to Jane Austen.
And of course I wanted an eye-catching title.
Writing Vampyre satisfied a lot of urges for me:
the urge to write a sequel to Pride and Prejudice that wouldn't be just another
sequel; the desire to write a book in the tradition of the nineteenth century
novelists that Jane Austen liked to read, complete with deus ex machina ending;
the desire to write a book which acknowledged love as an old, powerful and
necessary force; and the desire to take Jane Austen's most famous characters
and put them in their historical, political and literary context.
This is an extract from the article.
Casting Darcy as a vampyre not only took the sequel into the Gothic realm,
it also made a statement about the the deathless nature of Pride and Prejudice
and the eternal freshness of its characters. Mr Darcy is over 200 years old and
yet he is forever young and handsome and he still has the power to attract
women.
It also made a comment on the relationship between novel and reader. A novel
does not exist by itself, it only truly lives when a reader gives up some of
their lifeforce in order to vitalise it. Often this is a willing gift, when a
reader is seduced by the cover or the synopsis, but there is also a moment when
a book takes over. It glues itself to the fingers and sucks the lifeforce from
the reader, refusing to let go.
I think this is one of the reasons I'm so
interested in Jane Austen, because her books are multi-layered. They are love stories, they are
ironic comments on the world in which she lived and they are laugh out loud
funny.”
(http://www.mrdarcyvampyre.blogspot.it/2010/02/article-in-historical-novel-society.html)
Il desiderio di emulare Jane Austen e la sua capacità di
costruire romanzi a livelli molteplici, camuffati da storie semplici, la sua
ironia nel guardare il mondo, e il desiderio di prendere un po’ in giro la
mania pro-vampiri del momento, ecco le cause originarie di questo romanzo
strano. La data di questo post che ho citato quasi per intero è il 16 febbraio
2010, quando impazzavano ancora Twilight e i suoi emulatori. Questa saga ha
smosso davvero profondamente le fantasie in Inghilterra: un vampiro camuffato
sotto le insospettabili spoglie letterarie immortali di Darcy, e un dominatore
stalker come Christian Grey e la sua oscurità interiore. E questi sono solo due
dei derivati Twilight...
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