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Pdl e Lega ancora sposi, un “sì” per l’eternità. Bersani dà del “demagogo” a Mario Monti. Toh! Se n’è accorto...

Creato il 08 gennaio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Pdl e Lega ancora sposi, un “sì” per l’eternità. Bersani dà del “demagogo” a Mario Monti. Toh! Se n’è accorto...Non poteva che finire così: il Pdl e la Lega uniti dal sacro vincolo dell’alleanza. Sono troppo simili per non correre  insieme. Maroni, in fin dei conti, è lo Storace del nord; il romano alza il braccio destro, il nordico il gomito durante le cene con le bistecche d’orso. Ma sono uguali anche dentro, in profondità. Sono insofferenti, arroganti, volgari, ignoranti, pressappochisti, razzisti, furbetti della peggior specie, falsi, profittatori e devastatori del bene comune. Sono settari, incivili, violenti e bugiardi come tutti coloro che per fare carriera s’inventano curricula pieni di meriti, spesso altrui, e di lauree comprate in una università albanese qualsiasi. Apparentemente sono duri e puri ma poi, nella sostanza, arraffano tutto ciò che gli capita a tiro benedicendo la fortuna che gli è capitata. Non sapendo fare un cazzo nella vita, si sono dati alla politica, e che l’Italia stia come sta, a loro non frega una mazza, l’importante è portarsi a casa tutto il possibile in attesa che la fortuna passi. Sono politici senza meriti e senza passione, se non per loro stessi, sono fanatici, questo sì, e con il fanatismo non si va da nessuna parte, neppure al Bar dello Sport di Adro a giocare a carambola. Un po’ come gli alfieri del “montismo”, i fautori del nuovo classismo, gli amici dei poteri forti e dei commercianti di carta straccia. Appena smessi gli abiti dell’unto delle agenzie di rating, Mario Monti ha mostrato il suo volto vero, quello di un tecnocrate che non ha nessun rapporto con la realtà che lo circonda, e che spinge le signore pensionate a gettarsi dal balcone di casa dopo avergli decurtato l’assegno mensile di 200 euro. Monti non sa nulla della vita reale. Preso dai prospetti e dai bilanci, dalle quotazioni di borsa e dalla fluttuazione dello spread, se ne fotte di chi tira a campare (male), sotto la soglia di povertà, sotto il livello minimo di dignità che ogni cittadino dovrebbe avere per continuare a considerarsi tale. Lui è il riformatore, lui il “nuovo”, lui il salvatore dell’italianità, lui l’unico che ci capisce di economia e che dialoga, dandosi del tu, con i leader europei e con MorganStanley. Monti è un robot del quale un comico, Maurizio Crozza, ha capito tutto, e lo rende al pubblico proprio come il Professore è nella vita piatta e monotona di tutti i giorni, un anaffettivo che se ne sbatte le palle degli altri. Bersani, finalmente, c’è arrivato. “Mario Monti è diventato un demagogo”, ha detto Piergigi dopo aver sentito le dichiarazioni del Professore che contraddicevano quanto ha fatto al governo durante questo hannus orribilis. E se lo ha detto Bersani, vuol dire che Monti la sta facendo proprio fuori dal vasino anche perché, subito dopo, accortosi di aver esagerato, Piergigi ha specificato: “Ma con lui occorrerà dialogare subito dopo le elezioni”. Malato di centrismo, il segretario del Pd forse non si è ancora reso conto che dal maggiordomo di Marchionne non si può, e non si deve, tirar fuori un ragno dal buco, che è meglio lasciarlo perdere, che Monti incarna tutto quello che la sinistra ha sempre combattuto. Se possibile, il Professore è peggiore del Berlusconi che si candida a guidare il dicastero dell’Economia (“meglio lo Sviluppo – ha detto Tremonti – l’economia è troppo complicata”). Perché, se Silvio il male che ha fatto all’Italia lo ha spesso improvvisato, pensando solo agli affari di famiglia, Mario Monti è un chirurgo dotato di una precisione millimetrica: quando si tratta di recidere la giugulare dei pensionati e dei dipendenti a reddito fisso, non sbaglia un colpo. Ieri Nichi Vendola ha presentato la sua squadra. Tutte persone degne, da sempre impegnate, nessun quacquaracquà. Spicca, ovviamente per noi, la presenza nelle liste di Sel, di Giorgio Airaudo. Il vicesegretario della Fiom è l’unica persona per la quale voteremmo andando alle urne consapevoli di votare “per” e non “contro”. Airaudo (e la Fiom) fa parte di quella sparuta cerchia di esponenti del mondo politico-sindacale che non abbassano mai la testa, che procedono per la loro strada sapendo di pagare sempre, di persona, le posizioni che assumono. Prendete la Fiom, pur di continuare a difendere l’Articolo 18 della Costituzione (italiana non turkmena), si è presa le peggiori legnate da tutti, compresi gli amici. Le hanno sparato addosso Berlusconi e Monti, Fini e Casini, tutto il Pd e perfino il segretario della Cgil, la signora Camusso. Marchionneidentifica Landini con Belzebù, mentre il presidente Napolitano, ha richiamato spesso il sindacato dei metalmeccanici, a più miti pretese. Ecco cosa accade in Italia quando si cerca di difendere la dignità non solo del lavoro ma delle persone. Ecco cosa accade in Italia quando il peccato originale si chiama coerenza. Tenetevi pure i santi, i banchieri, i finanzieri e i colletti bianchi. Noi continueremo a preferire una sana, pulita e coerente tuta blu.

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