Questo non è un articolo su gli hippy della provincia palermitana e sui loro festini a Bellolampo, e non è neanche un articolo sulla pace e l’amore in Sicilia.
Questo è un articolo sulla munnizza(1) , ovvero su tutti gli scarti e avanzi che tu – proprio tu che stai leggendo! – produci come qualsiasi essere vivente anche solo sternutendo.
Eh già: ogni nostra azione produce inquinamento, anche la più comune, come bere un’aranciata o leggere un giornale ( = milioni di alberi abbattuti, milioni di litri di petrolio consumati, milioni di kg di CO2 immessi nell’atmosfera, milioni di carta abbandonata in ogni angolo di strada).
Insomma, uno stillicidio incrementato anche – toh! – da una ciusciatina di naso(2) dopo la quale, oltre a incassare l’idea della strage di materie prime che abbiamo prodotto ripulendoci, c’è da chiedersi dove vanno a finire tutti i fazzolettini moccolosi che abbiamo insozzato. …Risposta che, in realtà, il palermitano medio conosce a memoria: ma a Bellolampo, è ovvio, a far compagnia al percolato che avvelena le nostre falde acquifere da mesi!
Purtroppamente (cit. Cetto la Qualunque), ormai le nostre discariche sono piene come uova sode andate a male, i dirigenti dell’Amia utilizzano i soldi pubblici per andare in vacanza negli Emirati Arabi Uniti e Lombardo si fa le pippe davanti alla foto di un inceneritore portatore di cancri di vario tipo; ah, e ovviamente la munnizza resta passiva e imponente a decorare le nostre strade, moltiplicandosi a più non posso come i criceti in calore.
La soluzione? Esiste, ed è quel qualcosa per cui ho visto zie, anziane e anche giovani donzelle in fiore strapparsi i capelli ad uno ad uno, interrogare fondi di pattumiera e fare fatture ai politici: la soluzione si chiama “raccolta differenziata“.
Difatti, pochi ne sono consapevoli, ma solo pochissimi rifiuti non possono avere una seconda vita: quasi tutto può essere riciclato e riutilizzato, con immensi giovamenti per l’ambiente e per la nostra salute. Per far ciò, però, bisogna “differenziare”.
Ma in cosa consiste questo mostro sacro per cui le casalinghe sicule si fanno venire gli stillinchi(3) ogni dì sul far della sera? Orbene, la raccolta differenziata è un sistema intelligente per risparmiare le risorse naturali del pianeta e ridurre l’accumulo di materiali nelle discariche e negli impianti di incenerimento, i consumi energetici, i costi industriali dello smaltimento dei rifiuti, l’inquinamento di aria, acqua e terra. Essa consente inoltre di recuperare tutte le materie prime cestinate ma riutilizzabili, che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento (qui alcuni esempi su quanto ci permetterebbe di risparmiare questa semplice procedura).
E come si fa? Ognuno deve autonomamente e quotidianamente suddividere i propri rifiuti in categorie, come organico ( = robe umidicce, resti di cibo, oggetti biodegradabili), vetro, plastica, carta, e rispettare il turno di ritiro dei rifiuti predisposto dall‘Amia. Troppo complesso, vero?
Direi di NO.
Ri-purtroppamente (ri-cit.), il contorto modo di ragionare di noi meridionali associa spesso semplici questioncelle come queste al concetto di “demonio“; così, il sistema dei rifiuti in Sicilia – già condizionato dalla micidiale miscela “mafia-burocrazia inetta” (V. Marinello) – è oggi ulteriormente ostacolato dall’ostruzionismo degli autoctoni, che si assettano(4) davanti alle porte di casa per parlar male di questa nuova malirizione(5) che li ha colpiti e persistono nell’infilare allumini vari, bicchieri di plastica, cotton fiock usati, assorbenti e pezzi di stoffa ad esempio nell’organico “picchì sta cuosa è nnà camurria!”, “matrimaria! Chi c’ha fari io cu tutti sti biruna?”, “ma l’organico socch’è? Plastica?!”, “no, ma ammia mi siddia, tanto tutt’i cuose vanno a finiri u stissu a Bellolampo puru si c‘è sta cuosa”(6). E se osi spiegare loro l‘importanza di questa semplice procedura, ti rispondono che “tanto am’a moriri tutti!”(7), almeno però non hanno fatto abbili(8) per cercare di capire che devono mettere tutta la plastica con la plastica, tutto il vetro con il vetro, etc.
E così, la rivoluzione della munnizza tarda a venire qui al Sud e le viuzze di periferia continuano ad essere invase da non meglio identificati sacchitelli abbandonati dai furboni locali in protesta al grido di “Peace & Bellolampo” …per non dover sottostare a quella cattivona della differenziata!
Poi però si piange.
Poi però ci si chiede perché le malattie aumentano.
Poi si dice mischini ai napoletani.
Ma i napoletani dopo 17 anni di emergenza, dopo aver vinto il guinness dei primati della spazzatura (che lì da loro ha raggiunto i balconi dei primi piani delle case, con annessa invasione di puzza, blatte e ratti), dopo aver vissuto sulla loro pelle l’aumento esponenziale delle infezioni gastrointestinali e delle allergie cutanee, adesso indicono degli ironici “Monnezza day“ per protestare contro il nuovo piano regionale (che prevede una differenziata al 50%, l’allargamento delle discariche presenti e la realizzazione di quattro inceneritori del valore di diversi milioni di euro) ed invocare pubblicamente e a gran voce l’avvento della differenziata porta a porta come gli affamati invocano un tozzo di pane raffermo.
E noi? Noi abbiamo capito che subito dopo Napoli la crisi dell’immondizia riguarda Palermo? Noi che compatiamo i napoletani, abbiamo capito che ci spetta lo stesso destino, che Bellolampo è al collasso e che i rifiuti accatastati lì stanno spargendo veleni nei nostri terreni e nelle nostre acque?
Noi impariamo da questi disastri?
Noooo! Cheffà, scherzi?
Noi ci lamentiamo.
Noi non vogliamo la raccolta differenziata, complica la vita!
Noi vogliamo SOLO che le cose restino SEMPRE come sono, anche se la popolazione si moltiplica, i consumi nell’era dell’usa e getta aumentano più delle nascite e le discariche si riempiono di roba che per biodegradarsi da sé ha bisogno di 230 anni circa.
Però “noi religiosi siamo! Bisogna sempre pregare a Marunnuzza ca ci fa u miracolo!”(9), e tutta l’ammondizia presto sparirà: PUFF.
vignetta di LoBo
(1) immondizia
(2) soffiatina di naso
(3) svenimenti
(4) siedono
(5) nuova maledizione
(6) “perché questa cosa è fastidiosa!”, “madre Maria (con riferimento alla Madonna)! Che ci devo fare con tutti questi bidoni?”, “ma che cos‘è l‘organico? Plastica?!”, “no, ma me secca, tanto tutto va a finire lo stesso a Bellolampo anche se c‘è questa cosa.”
(7) “Tanto dobbiamo morire tutti!”
(8) nervi
(9) “Noi siamo religiosi! Bisogna sempre pregare la Madonna che ci farà il miracolo!”