Peak Oil: Exxon salta la cortina

Creato il 31 agosto 2011 da Elvio Ciccardini @articolando

Solo qualche anno fa la notizia sarebbe risuonata come una leggenda metropolitana. In tempi di crisi e di fine dell’era dell’oro nero, tutto diventa possibile, anche il salto della palizzata da parte di uno dei principali colossi petroliferi americani, che stringono accordi con i vecchi nemici russi. Ad avallare il progetto il premier Vladimir Putin.

L’intesa apre alla Exxon la possibilità di operare nei giacimenti sottostanti all’Atlantico nella sfera territoriale russa. E’ superfluo ricordare la totale impasse dell’amministrazione Obama che non ha autorizzato, almeno al momento, le trivellazioni in Alaska.

A dare l’annuncio è stato lo stesso leader russo che, durante la conferenza stampa, ha parlato di un valore complessivo di 500 miliardi di dollari.

Secondo il New York Times, questa intesa emargina la Bp e chiude l’alleanza con la compagnia russa Rosneft.

Sicuramente le implicazioni di geopolitica saranno rilevanti. E’ la prima volta che una società americana scalza la rivale britannica, con questa modalità. , alleandosi con i russi. Ciò che rende la vicenda di particolare interesse, per i suoi futuri sviluppi, è la contropartita che Exxon pagherà a Rosneft: una partecipazione in alcuni giacimenti terrestri del Texas, assieme a giacimenti offshore nelle acque del Golfo del Messico.

Sarebbe la prima volta che l’amministrazione russa riesce a diversificare le attività dell’industria energetica nazionale con acquisizioni di importanti risorse all’estero. Ed è certo che è la prima volta che il mercato petrolifero cinese si avvicina, tanto da scavalcarli, i confini statunitensi.

La prima fase dell’accordo prevede attività di esplorazione nel mare di Kara che si estende per circa 1450 km di lunghezza e per circa 970 km di ampiezza coprendo una superficie di circa 880.000 km².

La sua profondità media è di 110 metri e quella massima è di 620 metri. È ricoperto da ghiaccio per la maggior parte dell’anno ad eccezione di poche settimane in estate quando è possibile la navigazione. I porti principali sono Dikson e Novy Port.

Fino ad epoca recente era considerato inaccessibile, perché bloccato dai ghiacci, ma a causa dei cambiamenti climatici le barriere di ghiaccio stanno riducendosi.

Secondo il primo commento del New York Times, il maxi-accordo tra Exxon e Rosneft sarà un test sull’affidabilità della Russia, che in passato non ha esitato a “stracciare” intese internazionali. Rimangono tuttavia non valutabili le contromosse dell’amministrazione Obama e quelle di altri big del settore che, probabilmente, non apprezzeranno tale “salto della cortina” da parte di Exxon.