Quello che più mi dispiace dei fatti di Milano è che in teoria era la festa del lavoro. Mi dispiaceva dall'inizio che la data di inaugurazione dell'Expo fosse stata fissata il Primo Maggio. Perchè credo ci siano giorni sacri, intoccabili.
Venerdì si doveva parlare di lavoro. E basta.
Di quello che c'è, mal retribuito, precario, spesso frustrante, non negoziabile. Di quello che non c'è, cercato, ambito, rifiutato, tolto, spostato più lontano . Che vada a quel paese la legge elettorale, qui si deve parlare solo di lavoro. Parlare per trovare soluzioni. Non si dovrebbe fare altro. Pensare, pensare, pensare e risolvere. Migliorare. Risistemare.
E invece il Primo Maggio 2015 sarà sempre ricordato per quei quattro cretini che hanno spostato tutta l'attenzione, che l'hanno tolta alla manifestazione buona che aveva buone idee di base, che l'hanno tolta all'Expo e ai suoi veri pregi, ai suoi difetti e problemi, al suo essere una grande esposizione, dalle idee interessanti, figlia però della corruzione e del solito pessimo modus operandi tipicamente italiano.
Non sono d'accordo con chi se la prende con le famiglie di questi quattro (anche se purtroppo erano di più) dementi, perchè da madre ce la metto tutta ma sono convinta e spero che mio figlio un giorno penserà con la sua testa e che le sue azioni debbano diventare la sua responsabilità, non la mia. Io arrivo fin lì, conto di arrivare ad un lì lontano, ma poi starà a lui. O a lei. Giusto, sono due adesso.
Io sono una figlia di papà. Come probabilmente quella ragazza con il Rolex che imbrattava e spaccava vetrine. No, a me il papi non ha mai regalato un Rolex, ma ho potuto, grazie solo ed esclusivamente ai suoi soldi, fare tantissime cose e averne altrettante. Sono stata fortunata, ho potuto tranquillamente andare a studiare dove volevo, mi è stata pagata una casa mia, sono sempre potuta andare in vacanza. Non mi si è mai negato davvero niente, del Rolex non me ne fregava nulla. Io avevo libertà di fare. E vi assicuro niente vale di più.
Ma mi ritengo una figlia di papà furba. Ho preso tanto ma ho sempre usato la testa. Ho sempre cercato di essere coerente e di approfittare in modo giusto del mio essere fortunata. Di restituire quel minimo che in termini di soddisfazione genitoriale mi permetteva di evitare ramanzine e punizioni.
Ecco, la ragazza con il Rolex mi fa proprio incazzare. Perchè ha tolto l'attenzione a tutti quelli che invece non ce la fanno. A tutti quelli che mantengono una dignità, che camminano a testa alta, che non devono incappucciarsi il tutto con l'angoscia del lavoro.
E poi mi fa incazzare perchè se mai un giorno dovesse essere mia figlia mi sentirei in colpa anch'io, anche se non dovrei.
Non so se sono riuscita a spiegare davvero quello che volevo dire, non sono fatta per scrivere di politica, di economia e forse semplicemente di attualità. Comunque la penso esattamente come lui.