Il funzionario “infedele” aveva la possibilità- come previsto dalla normativa vigente ed entro l’ammontare di 50 mila euro- di non indire gare d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori e pertanto di assegnare direttamente l’esecuzione delle opere attraverso l’accordo stipulato fra lo stesso ed il relativo fornitore; la polizia di Casale Monferrato ha accertato che questi, in diversi casi, imponeva ai fornitori la redazione di preventivi di spesa in cui risultassero maggiorati i costi di manodopera, caricando la fattura sulle casse comunali. In alcuni casi ha fatto sì che il materiale acquistato venisse depositato direttamente nella propria residenza ad Alessandria. Insomma: le aziende chiamate a effettuare i lavori erano “costrette” a subire tale imposizione pena la futura esclusione da altri affidamenti di opere pubbliche e il ritardo doloso dell’effettuazione dei pagamenti dovuti.
In particolare, al momento in cui si è reso conto di essere oggetto di accertamenti giudiziari il funzionario comunale ha tentato, con un gesto di disperazione, di depistare le indagini: infatti essendo risultato che egli si era appropriato di alcune latte di vernice e solvente che erano state utilizzate per i lavori della propria abitazione, egli ha acquistato col proprio denaro la stessa identica merce per farla rinvenire e dimostrare la sua estraneità all’ipotesi di reato contestata. L’operazione però non è andata a buon fine perché i poliziotti di Casale avevano già proceduto a fotografare i contenitori della vernice e, attraverso la comparazione del codice a barre, tale merce detenuta in quel momento dall’uomo è risultata diversa da quella che egli aveva effettivamente utilizzato per i lavori della propria abitazione e che erano stati acquistati con soldi pubblici. E’stato calcolato che, in totale, l’indebito arricchimento dell’ex funzionario tecnico ammonti a circa 122 mila euro.