“Pecunia Olet?”. Gli intrighi della finanza nel thriller di Michael Perth

Creato il 02 febbraio 2015 da Leultime20 @patrizialadaga

Febbraio 2015 

L’autore di questo mese, un noto operatore finanziario italiano, usa lo pseudonimo Michael Perth per firmare il suo romanzo Pecunia Olet?, uscito nel 2013 per La Lepre Edizioni (464 pag. -13,90€). Il libro ha una trama avvincente che si snoda tra la City di Londra e le banche di Ginevra e ha per protagonisti una molteplicità di personaggi, tutti impegnati a rincorrere un enorme patrimonio di cui, apparentemente, si sono perse le tracce. Avidità, rancori personali, insane passioni amorose, operazioni finanziarie illecite, ricatti e ogni altro genere di meschinità umana trovano posto nella complessa vicenda ideata da Perth.

Pecunia Olet? smentisce la famosa frase dell’imperatore Vespasiano e afferma una realtà che negli ultimi anni è divenuta una tragica evidenza: il denaro nella nostra società ha spesso odore di marcio e di morte. Con notevole abilità narrativa, sebbene con qualche caduta stilistica, Michael Perth punta il dito in modo impietoso sulla generalizzata mancanza di etica, prima responsabile della crisi economica internazionale.

Patrizia&Giuditta 2VociX1Libro è una rubrica che nasce dall’incontro di due persone distanti per formazione ed esperienze di vita, ma unite da una grande passione per i libri e la letteratura. Due donne, Giuditta e io, che si sono conosciute leggendo l’una il blog dell’altra senza essersi mai incontrate di persona (ma intenzionate a farlo quanto prima), due “sentire” spesso discordanti ma sempre rispettosi e aperti al confronto. Da questa complicità è nata, tra un tweet e l’altro, l’idea della rubrica. Un luogo in cui confrontarsi su un libro diverso ogni mese in modo divertente e scanzonato, senza il rigore di una recensione, ma con l’attenzione ai dettagli. Una sorta di gioco (liberamente tratto dalle famose interviste della trasmissione “Le Iene”) che vi permetterà di conoscere nuovi romanzi e sorridere un po’.

Pecunia Olet?

Michael Perth

La Lepre

 Patrizia  twitter: @patrizialadaga  Giuditta  twitter: @tempoxme_libri  www.libri.tempoxme.it

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo

Voto: 8. Una copertina suggestiva, da locandina cinematografica, che unisce gli elementi fondamentali del libro: le piazze finanziarie e i suoi operatori. Voto: 7.Confesso che non è la più bella delle copertine di La Lepre, che sono sempre elegantissime. Rende bene l’idea del romanzo, ma le copertine delle edizioni classiche la battono alla grande.

2. L’incipit è…

Introduttivo e intrigante. Con una domanda e poche frasi incuriosisce il lettore.

 “Qualcosa non va?”.

L’avvocato Bressan, nervoso perla prolungata attesa e per il viaggio estenuante, voleva vedere e toccare la ricevuta di deposito in contanti appena effettuato. Il lavoro sporco, cui era stato spinto dalla necessità, stava per essere finalmente portato a termine.

Considero il prologo il vero incipit del romanzo. Il riferimento a Vespasiano che torna nell’epilogo non solo è geniale, ma crea un collegamento forte e sostanzia filosoficamente e storicamente la realtà finanziaria ed economica di cui il romanzo è denuncia e polemica sotto mentite spoglie.

3. Due aggettivi per la trama

 Avvincente e “tecnica”. Psicologicamente raffinata e sapientemente intrecciata

4. Due aggettivi per lo stile

Lineare e piuttosto ripetitivo. Sostenuto e nitido.

5. La frase più bella

In un romanzo che pullula di personaggi poco o per nulla etici ho scelto di valorizzare la dichiarazione di un figlio che onora la memoria del padre:

Mio padre mi ripeteva sempre che non si può essere poco o tanto onesti. O si è onesti o si è disonesti. E io sono d’accordo con lui.

Il romanzo è zeppo di riflessioni, ora amare ora tenere, proponendo un’enciclopedia completa di ogni tipo di reazione emotiva e sentimentale di fronte al dio denaro. Scelgo una frase dell’epilogo, che dà il senso e la misura di ciò che l’autore vuole dimostrare con un thriller mozzafiato:

Oggi non è più possibile fare come Vespasiano. Non possiamo lasciar scivolare le monete in una latrina e fingere di non avvertire il cattivo odore. Il denaro oggi è un bip elettronico, un’unità di misura, una traccia indelebile su un programma di computer. È il sudore dei comuni mortali per possedere quelle poche cose che non saranno mai veramente loro, ma solo una vana illusione.

Vi assicuro che se leggerete il romanzo di Perth, intuirete tutta la carica di questa riflessione e guarderete il mondo e la realtà con occhi diversi. Questo romanzo ha la forza di rendere consapevoli di ciò che accade nelle nostre tasche.

6. La frase più brutta

In Pecunia olet? è il dio denaro a governare i destini dei personaggi che si muovono sulla scena. Una filosofia squallida ma ben sintetizzata in questa frase:

Ogni passione finisce. Sono i soldi e il potere che ti garantiscono l’amore e la fedeltà di una donna. Non buttare via quest’occasione!

Marco non si padroneggiò più e la colpì con forza sul viso, facendola cadere a terra. Poi fuggì via, tremante per l’ira.

Quanto può il denaro. Non contano i sentimenti, l’amore, la sincerità. Marco è vittima della sete smodata di potere e ricchezza di una donna e il suo moto di stizza è il fallimento di tutte le persone oneste.

7. Il personaggio più riuscito

Bernardette. Ricca e poco avvenente, ma generosa e appassionata, non ha un ruolo principale, ma dove appare, illumina. Un personaggio positivo e coerente nell’oceano di bassezze e meschinità che costellano il romanzo. utti i personaggi, numerosissimi, sono finemente elaborati psicologicamente. Mai statici, sempre in divenire, con una complessità di sentimenti e reazioni. Per simpatia e come speranza per un futuro migliore scelgo il bancario, integerrimo pur nella sua grande abilità finanziaria, Bernand Tannant. Ce ne fossero di uomini come lui, forse saremmo tutti un po’ più ricchi, o meno poveri.

8. Il personaggio meno azzeccato

Kendra, la diabolica segretaria dell’avvocato Maxwell. Una donna innamorata e non corrisposta capace di obbligare l’uomo che ama a stare con lei attraverso il ricatto. Mi è sembrata esagerata e inverosimile (ma non è l’unico personaggio improbabile del libro). Gli anonimi possessori di una somma stratosferica che muove tutta l’intrigata vicenda del romanzo e che agita e influenza le vite di tutti i personaggi. Forse Perth avrebbe potuto svelarci qualcosa di più nella finzione romanzesca per farci comprendere fino in fondo cosa si muove nei recessi dell’alta finanza.

9 La fine è…

Riepilogativa. A ogni personaggio il suo destino. Abilissima… ma non posso svelare proprio nessun indizio, perché Pecunia Olet? è un thriller entusiasmante.

10. A chi lo consiglieresti?

A chi è più interessato a una buona storia che al modo in cui viene raccontata. Pecunia olet? è un romanzo avvincente che piacerà soprattutto a chi si intende di finanza, ma con un carattere didattico che ne fa una lettura interessante anche per il grande pubblico, che ha la possibilità di capire nel dettaglio molti dei meccanismi che hanno generato la crisi degli ultimi anni. A tutti con convinzione. Sia appassionati del genere che non rimarranno delusi da un intrigo condotto con grande maestria, sia esperti del mondo finanziario che troveranno descritti con andamento romanzesco elementi tecnici e specialistici, sia lettori famelici che saranno catturati con grande tensione dall’abilità narrativa di Perth.

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