Via quindi alla costruzione del prototipo, largo 2 metri e 20 e lungo 4,50 fuori tutta, con l’opzione di montarci a bordo due scivoli, il normale o il maxi, oppure un divertente trampolino.
”Era necessario trovare nuove idee per stare sul mercato. Oggi viviamo alla giornata – spiega all’Adnkronos Gianni Carracoi – perche’ capita che un mese abbiamo tanto lavoro e un altro stiamo fermi. Con il pedalo’ stile Formula Uno speriamo di ritagliarci una buona fetta di mercato, nazionale ed estero. Ci stiamo investendo molto”, in un presente ”non troppo roseo”, ammette lo stesso Carracoi, ma la determinazione tutta sarda dei due cognati-imprenditori, fa ben sperare in un ”futuro migliore”.
E infatti il Pedalo Car F1 Cls ha destato l’interesse degli stabilimenti locali e di quelli della costa romagnola. ”Siamo stati contattati dalla Lituania, dal Marocco e dalla Spagna”, dice. ”Abbiamo avuto importanti commesse negli anni scorsi con la Azimut, la San Lorenzo, Ferretti, ma la crisi della cantieristica nautica che ha investito la nostra zona industriale, ci ha costretto a licenziare e ridimensionare l’azienda”, aggiunge.
Infatti se la Nautica Cls da quando ha iniziato, circa 8 anni fa, poteva contare su un fatturato mensile di 60-80mila euro e dare lavoro a 15 dipendenti, ora ne ha ”solo 4 e viviamo, appunto, alla giornata”. I due titolari, Carracoi e Ligas, sono parte integrante dell’azienda: il primo si occupa delle costruzioni e degli approvvigionamenti, il secondo del design e della contabilità.
”Ora abbiamo iniziato la produzione e stiamo testando in mare i prototipi del Pedalo’ Car F1 Cls”, spiega Carracoi, proprio dal cantiere in porto, perche’ insieme a Carlo Ligas e’ a lavoro anche oggi, su prove di galleggiamento e di uso ”perche’ tutto dev’essere a posto e testato prima della produzione”. Produzione tutta made in Italy, dalla vetroresina all’acciaio, fino all’ultimo bullone: ”Mi piacerebbe acquistare tutto in Sardegna, stringere rapporti con aziende locali, ci proveremo. Per ora speriamo nel successo del Pedalo”’.
E alle tante difficolta’ d’inizio e di ricerca del mercato si aggiunge quella, sempre cronica, dei trasporti dalla Sardegna verso l’Italia e l’Europa: ”Cari, troppo cari. Lo abbiamo visto con un preventivo fatto per la spedizione nel nord Europa. Costa troppo, speriamo di trovare il sistema per spedire i pedalo’ a costi accessibili. Dalla Lituania non ci hanno contestato il prezzo, ma i costi di spedizione”. Ora il successo dell’iniziativa e’ legato alla sua conoscenza sul mercato: ”Abbiamo un sito internet dove i clienti possono vedere i nostri prodotti”, spiega Corracoi, che non sono solo pedalo’, ma anche splendidi gommoni da diporto con chiglia in vetroresina dai 5 agli 8 metri.
Insomma un’azienda piccola, che crede nelle sue potenzialita’ e con l’obiettivo di investire nell’innovazione e nelle nuove idee, per ”non farci travolgere dalla crisi”, sottolinea Carracoi.(Adnkronos)