Pedofilia, in Calabria duemila casi ogni anno

Creato il 25 ottobre 2013 da Makinsud

Secondo i dati Istat solo nella regione Calabria ci sarebbero, ogni anno, circa duemila casi  di molestie e violenze sessuali a danno di minori. Un quadro preoccupante se si considera che la percentuale di denuncie di tali misfatti non supera il 5%.
In tal senso pochi giorni fa, si è espressa Maria Locanto, segretario dell’associazione Peter Pan Onlus , che si occupa di prevenzione e lotta alla pedofilia. “La Regione Calabria – dice la Locanto – si è data una legislazione efficace e ante litteram prima ancora di quella nazionale. Ciò nonostante gli interventi di assistenza alle famiglie , con ipotesi di accordi con le Asp per il recupero psicoterapeutico delle vittime e dei loro cari, non risultano essere mai stati portati avanti dall’Ufficio del Garante, così come non è stata attivata alcuna campagna preventiva di massa sui rischi delle pedopornografia web”.
In effetti, il Consiglio regionale aveva approvato, durante la scorsa primavera, una mozione per la modifica dell’art. 444 del codice di procedura penale che consentiva a molti pedofili incensurati di poter patteggiare la pena con la non menzione. A oggi, però, in assenza di interventi mirati e concreti da parte dell’ufficio del Garante dell’infanzia, la soluzione dei problemi reali sembra essere solo di natura formale.

 Un tema molto delicato che, ovviamente, non riguarda solo il Meridione, ma coinvolge tutto il Bel Paese. L’Ecpat, un’associazione internazionale che in oltre 70 Paesi lotta da sempre contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, ha da poco lanciato un allarme: sarebbero sempre di più i vacanzieri a caccia di minori che si recano in quei Paesi, che a causa della miseria, accettano ogni forma di tortura.
La notizia sconvolgente è che il popolo italiano maschile risulta essere un fervido frequentatore: individui dai 20 ai 40 anni, attivissimi in questo business che travolge 15.000 creature. Sarebbe, quindi, necessario una riforma legislativa, in quanto la tutela di questi innocenti, non rappresenta solo una battaglia civile e sociale, ma soprattutto un dovere morale.


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