rassegna di medio o lungometraggi horror al profumo di paella, una specie di Masters of Horror spagnolo cioè che ha visto la partecipazione anche di nomi importanti come quelli del duo recchiano Balaguero e Plaza (un film a testa) o del "vecchio" regista Serrador con quello che francamente è l'episodio più imbarazzante, La Colpa, episodio che, se non altro, ha generato un post per me storico perchè l'unico dove finalmente e giustamente sono stato insultato, e nemmeno pochissimo.
Se volete leggere i precedenti episodi li trovate qua.
In questo mi ritrovo davanti un altro nome abbastanza importante, quel De La Iglesia, regista di culto di tanta critica underground, che a me però aveva recentemente abbastanza deluso con quello strano film, oggettivamente per molti versi mal riuscito, che è Ballata dell'Odio e dell'Amore.
Beh, qua si riscatta, girando un episodio forse inferiore soltanto a quello di Balaguero.
Intendiamoci, i primi 20 minuti mi stavano cadendo le braccia perchè anche ne La stanza del bambino c'erano tutti i disastri già riscontrati nella Ballata, ovvero l'assoluta incapacità di saper scrivere una sceneggiatura, con dialoghi, scene, raccordi davvero assurdi, frettolosi, mancanti di passaggi fondamentali.
De la Iglesia sembra aver fretta, sempre.
C'è un rumore strano in camera da letto? La mattina dopo il protagonista racconta di un fantasma in casa agli amici.
Il marito si arrabbia? nella stessa inquadratura fa pace, così, senza motivo.
Chiede un articolo in un negozio? la ragazza ce l'ha lì sotto, pronto, ed è un articolo pure strano eh, un Babycall, ossia quelle specie di Walkie Talkie per controllare se il tuo poppante dorme bene o no.
Per non parlare di un prologo assolutamente disastroso in cui un bambino fa tutte cose senza senso, prologo che poi si lega al film in un modo misterioso o quantomeno imbarazzante.
Così come è imbarazzante la figura della vecchia, la figura che, appunto, dovrebbe essere (forse) tramite con il prologo.
Del resto i personaggi macchietta a De la Iglesia (come al nostro Argento) piacciono. e manco poco.
Ma che è quella sveglia che c'ha in mano la vecchia e c'aveva il bambino? ma a che serve? ma sticazzi no?
Insomma, c'è tanto di disastroso.
Ma il film ha dentro tante cose così maledettamente buone che alla fine la bilancia pende per queste, senza dubbio.
Ad esempio tutti i video dei BabyCall (sì perchè dopo un pò il protagonista prende la versione più moderna, quella coi monitor), davvero stupendi. E non parlo solo di quelli nella camera del bimbo ma anche di quelli itineranti che fa il protagonista camminando per casa.
E l'idea che quello che il padre vede in video non sia la realtà di adesso ma quella che accadde in passato sarà anche già vista ma è davvero girata divinamente.
Più va avanti più il film funziona.
Le due dimensioni, il dubbio di trovarci davanti ad una specie di Shining in cui i fantasmi del passato condizionano e fanno impazzire il protagonista, la scoperta della possibile schizofrenia, il non rendersi mai conto se tutto quello che vediamo sia vero o finto, beh, c'è tanta roba, il film è tutt'altro che banale.
Certo di troiate ce ne sono altre come ad esempio il personaggio macchietta dell'ex collega che in mezzo ad altre minchiate varie usa il paradosso del gatto di Schrodinger (già visto in Lost e in almeno due altri film che non ricordo) in un modo francamente senza senso.
Poi c'è uno uguale a Pirlo, poi c'è lei che si comporta sempre al rovescio di come avrei fatto e pensato io, poi ci sono tante piccole cose che non vanno ma il film ti cattura, ti inquieta anche un pò ed ha il merito di essere ambizioso, tentare il colpaccio.
E quasi ci riesce.
(voto 7)