Pellicce: la cattura degli animali selvatici

Da Eloisa @EloisaMassola
Con questo articolo (e in occasione dell'imminente campagna LAV), prosegue la breve carrellata di Natividad sull'orribile bussiness delle pellicce - che ogni anno condanna a morte 80 milioni di animali. Come accennato nell'articolo precedente, 70 milioni, tra questi, vengono allevati appositamente per essere uccisi con pratiche barbare e infine scuoiati per accontentare stilisti e signore frivole. I restanti 10 milioni vengono invece catturati in natura e, anche in questo caso, la specie umana non lesina su sadismo e crudeltà.
L'associazione Born Free USA, che di recente ha investigato sulla cattura e l'uccisione degli animali selvatici comunemente considerati "da pelliccia" (lontre, linci, opossum, donnole, ermellini, castori etc.), ha documentato (attraverso immagini e filmati) come le vittime innocenti di questo massacro vengano catturate per mezzo di trappole e poi soppresse a bastonate (sul capo e sul torace), a colpi di fucile, annegate oppure strangolate con lacci metallici. La morte sopravviene solo dopo molte sofferenze fisiche ed emotive.
Le pellicce ottenute con questi metodi barbari vengono poi rivendute ed esportate in tutto il mondo. Si calcola che tra il 2006 e il 2011 l'Italia abbia importato dagli Stati Uniti una quantità considerevole di pelli di animali catturati in natura (come ad esempio il coyote): questo atroce mercato viene dunque incentivato anche dai consumatori italiani.

A tutte quelle donne che, come scrive Rosa Matteucci, "non resistono al piacere di accarezzare e di indossare una pelliccia": amate anche questa SOFFERENZA?

Una volpe imprigionata nella trappola. (Immagine tratta dal sito della LAV.)

Un coyote ucciso. (Immagine tratta dal sito della LAV.)

La terribile sequenza dell'annegamento di un procione. (Immagine tratta dal sito di Born Free USA.)

L'uccisione di una volpe. (Immagine tratta dal sito di Born Free USA.)

L'uccisione di una volpe. (Immagine tratta dal sito di Born Free USA.)



Il filmato dell'uccisione di una lince, diffuso da Born Free USA.

I metodi di cattura variano di paese in paese, a seconda della normativa vigente in un determinato Stato e spesso la cattura e l'uccisione degli animali "da pelliccia" viene inserita nei cosiddetti (inutili) "piani di contenimento".
L'Unione Europea ha approvato nel 1991 un regolamento (il n. 3254) che vieta l'utilizzo delle tagliole e l'importazione e la commercializzazione (dal Canada, dagli Stati Uniti e dalla Russia) di pellicce e pelli ottenute per mezzo di catture crudeli e sanguinarie.
Questo provvedimento è stato quindi modificato attraverso successive ratifiche, avvenute dal 1998 in poi, che consentono oggi ad USA, Russia e Canada di importare in Europa pelli e pellicce di animali catturati in natura senza troppe restrizioni. L'International Agreement on Humane Trapping Standards stabilisce infatti che agli animali catturati deve essere garantito un livello minimo di benessere (!!), ma le norme contenute al suo interno sono evidentemente troppo blande e di difficile applicazione - come dimostrano le immagini e i filmati pubblicati poco sopra e sul sito di Born Free USA.
Tra il 2006 e il 2010, l'Unione Europea ha svolto un'inchiesta sugli attuali metodi di cattura e sopressione, i cui risultati sono stati resi noti dal dossier Humane Trapping Standards, che potete leggere integralmente a questa pagina. Il comitato scientifico incaricato di raccogliere il materiale necessario afferma che gli attuali metodi di cattura sono troppo crudeli e feroci e propone l'applicazione di nuovi standard di benessere per gli animali. Nonostante ciò, come accennato all'inizio dell'articolo, l'importazione di pelli e pellicce statunitensi ottenute con i metodi di cattura e soppressione documentati sopra avviene ancora su larga scala: tra il 2010 e il 2011 sono state importante infatti nel nostro Paese più di 42.000 pelli grezze di animali uccisi appositamente per il mercato delle pellicce - incluse le tanto bistrattate nutrie.

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