Pellicole d'autore al Cinema Cristallo di Fidenza: 9 giugno 2011

Creato il 06 giugno 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Severa critica sul rischio di certe derive della scienza che rischiano di degenerare nelle peggiori violazioni della natura umana. Il tutto è raccontato nella normalità di una società che ha ormai assimilato una tale comportamento. Un monito alla normalità di tante discriminazioni contemporane, come quella che può colpire coloro che stanno per nascere

NON LASCIARMI

Recensione di Luisa Cotta Ramosino pubblicata da family cinema
Tratta dallo struggente romanzo di Kazuo Ishiguro (l’autore di Quel che resta del giorno), la pellicola ne conserva lo spirito grazie ad un adattamento molto rispettoso del materiale di partenza.Rispettoso prima di tutto nella volontà dell’autore di non farne un pamphlet ideologico contro le derive della scienza (con le problematiche legate alla clonazione terapeutica e non), ma di restare attaccato ai personaggi per mostrare attraverso la loro inconsueta prospettiva tutto il dramma di una situazione estrema, ma di cui si possa cogliere il valore universale.Naturalmente è “straordinaria” la situazione di individui a cui fin da piccoli è “inoculata” la consapevolezza di un destino prestabilito (quello di Donatori, di organi, ma infine, come ultima conseguenza, della vita stessa), tanto che quasi fino alla fine nessuno di loro si ribella (una scelta di racconto spiazzante e difficile per il pubblico, che forse ricorderà lo svolgimento totalmente diverso di un film con una premessa simile, l’adrenalinico The Island).E nonostante il film (come il libro da cui è tratto) si faccia un punto di non insistere più di tanto con gli agganci all’oggi, la rivelazione finale (che non anticipiamo), nella sua semplice e spiazzante disumanità, condensa in modo efficacissimo lo spirito di tanti odierni “discorsi scientifici”, facendo percepire con chiarezza come tante volte sotto l’apparenza di una scienza “caritatevole” possano insinuarsi le peggiori violazioni nei confronti della natura umana.Eppure quello che colpisce e commuove in una vicenda che è anche un’intensa storia d’amore (quella tra Kathy e Tommy, che Ruth allontana l’uno dall’altro per non restare sola), è l’intuizione profonda che riguarda ogni essere umano e che tanto più evidentemente smaschera, in modo indiretto, l’assurdità di chi ha deciso di poter produrre creature di serie B per il proprio interesse.I desideri profondi che muovono i protagonisti Kathy, Ruth e Tommy (dei tre quello che fin da piccolo sembra intuire il dramma che li riguarda ed esprimerlo in una ribellione alla disciplina dolce di Hailsham) sono quelli di tutti: la ricerca della felicità, il rifiuto a sentirsi totalmente determinati da un potere che li “coccola” ma non li ama ed è determinato ad usarli come se fossero semplici pezzi di ricambio, ma anche il rimpianto per il tempo perduto e le occasioni sprecate, la curiosità rispetto alla propria storia e così via.Desideri che si coagulano nella coscienza, magari imperfetta, del proprio essere più del prodotto di circostanze volute da altri e per questo da esse totalmente determinati.E lo sguardo pieno di nostalgia che la “sopravvissuta” Kathy getta all’orizzonte è pieno di uno struggimento in cui chiunque si può riconoscere, perché esprime il nucleo più profondo della coscienza di ogni essere umano.La scelta di non prendere la strada più ovvia di un intreccio action, che racconti la ribellione al sistema, e piuttosto costringere lo spettatore allo stesso senso di impotenza dei protagonisti rende ancora più forte il coinvolgimento emotivo e più efficace, per quanto implicita, l’affinità con le istanze universali della vicenda.Autore: Luisa Cotta Ramosino

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