Nuovo presidente, nuovo corso? Macché. Enrique Peña Nieto assumerà sabato 1 dicembre la presidenza del Messico e, come si era previsto, tornerà all’antico. Il delfino del PRI ha girato in lungo e in largo per l’Europa e l’America Latina, terminando il tour de force questa settimana alla Casa Bianca, dove ha spiegato anche a Barack Obama che il Messico ha bisogno di rafforzare il Nafta per rivitalizzare la sua economia. Peña Nieto, insomma, propone di incrementare la legislazione di un patto che sin dalla sua messa in vigore nel 1994, con Salinas de Gortari, aveva avuto come risultato l’incremento di poche fortune individuali e pesanti sconvolgimenti sociali, primo fra tutti la demolizione del settore agricolo e del sistema delle cooperative. Al nuovo presidente, però, non sembra importare molto visto che dovrà rispondere soprattutto a quei gruppi imprenditoriali che ne hanno sovvenzionato la campagna.
Per raggiungere il suo scopo, Peña Nieto avrà bisogno però di un Messico sicuro. La guerra al narco scatenata dal suo predecessore, Felipe Calderón, ha avuto come risultato una carneficina e un pessimo ritorno di immagine, di un paese insicuro e corrotto dove non è raccomandabile investire. In una lettera pubblicata dal ¨Washington Post¨, Peña Nieto ha affermato che continuerà l’opera iniziata da Felipe Calderón, ma che la strategia deve cambiare. Meno potere all’esercito, quindi, e più poliziotti (35.000 ha segnalato il neo presidente) per le strade, per garantire l’ordine pubblico e combattere il crimine, nel tentativo anche di recuperare una fiducia nelle istituzioni che il cittadino medio ha ormai perduto.
Messico sicuro quindi, ma anche riforme. Peña Nieto ha bisogno di un’immediata ondata di riforme dal respiro sociale per cancellare definitivamente le accuse di brogli che l’opposizione non ha smesso di lanciargli. Ad un López Obrador che non molla l’osso (¨Peña Nieto non ha vinto le elezioni¨, dice, ¨le ha comprate a suon di bigliettoni¨) il neo-presidente ha trovato un inaspettato alleato in Jesús Zambrano che, prese in mano le redini del PRD, ha risposto positivamente all’invito di partecipare ad un progetto di unità nazionale. Che cosa c’è di meglio, quindi, che iniziare proprio dalla sicurezza e dalla corruzione, i temi più sentiti dai cittadini?
Per il momento siamo sul piano delle speculazioni e dei giochi politici, poi che il programma di riforme giunga a realizzarsi sarà tutto da provare. Intanto, però, servirà a creare i presupposti perché il PRI torni ad essere il padrone incontrastato del Messico. E non è poco.