penelope

Da Manuela
ho accantonato per un attimo la vicenda di Sebastiana per buttarmi in questa avventura metropolitana ...e i personaggi voi li conoscete
"E’ quasi mezza notte e Penelope sorfila con la sua Singer a pedali la sciarpa in chiffon prugna per l’ultimo vestito da sera che deve confezionare per la sartoria Baruffa. La consegna dei cinque vestiti che ha ultimato è per domani.
Il suo laboratorio di cucito è in un angolo della cucina accanto al divanetto a due posti a fiori di fronte al mobile della tele. Ogni volta che deve lavorare Penelope scosta dal muro la sua vecchia macchina da cucire e si siede rivolta verso la tele accesa. La tele di notte le fa compagnia. Ha sempre avuto paura del buio, fin da piccola, e anche ora che abita in città dove ci sono sempre le luci accese e rumori il buio la terrorizza. Ha bisogno che ci siano persone con lei che condividano lo spazio e che annullino quel senso di abbandono che il buio porta con sé. Per fortuna c’è la tele. Perché, se visti tutti i giorni, l’annunciatrice che ti guarda attraverso lo schermo o il politico che gesticola rosso in volto diventano un po’ come i tuoi familiari. Li vedi tutte le sere e ti ci affezioni. Questa sera Lorella, la conduttrice, ha un trucco pesante che non riesce però a nascondere un brufolo sullo zigomo sinistro. Forse ha mangiato troppa cioccolata. O forse le devono venire le mestruazioni. Il politico invece ha una camicia azzurra e una cravatta larga giallo oro che non si intona per niente con il vestito, quasi aggressiva e inutilmente vistosa. Ieri sera era decisamente meglio. La camicia era a righe e la cravatta scura con il nodo leggermente allentato alla gola. Si vede che questa sera la moglie non ha cucinato il suo piatto preferito, o forse che i figli lo hanno fatto arrabbiare. Penelope però non sente quello che dicono la Lorella, il politico e gli altri ospiti della trasmissione televisiva. Tiene il volume basso, per non disturbare. Non perché gliene importi dei vicini che ieri sera hanno litigato in modo molto fisico, con lanci di vetri (bicchieri? Piatti?) e scambi energici di epiteti coloriti e volgari. Tiene il volume basso perché nella stanza in fondo al corridoio dorme il figlio ventenne: Telemaco"