”Rompere il muro di silenzio che ha circondato fino ad oggi i circa 30mila casi di persone scomparse in Italia” evitando di puntare i riflettori ”solo sugli otto-dieci casi piu’ famosi”: e’ l’appello lanciato al mondo dell’informazione dalla presidente nazionale dell’associazione Penelope, Elisa Pozza Tasca, oggi a Bari, in occasione del convegno ‘Persone scomparse e ruolo dei media’.
All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il Commissario straordinario di governo per le persone scomparse, prefetto Michele Penta, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Paola Laforgia. Quest’ultima si e’ impegnata ”sia a livello locale sia coinvolgendo l’Ordine nazionale dei giornalisti” in un’opera di ”sensibilizzazione dei colleghi” per tenere viva l’attenzione su tutti i casi, senza nascondere tuttavia le difficolta’ legate sia alle scelte di ogni singola testata, ”nelle quali nessuno puo’ intervenire”, sia a quelle dovute all’atteggiamento di chi spesso considera l’esigenza di informazione dei cronisti come un intralcio alle indagini, per esempio le forze dell’ordine e gli organi inquirenti. Per questi ultimi, Laforgia ha proposto dei ”corsi di formazione specifici per i rapporti con la stampa”.
In Italia, ogni giorno – ha sottolineato Menta – ”si perdono due persone: su piu’ di 20 denunce di scomparsa quotidiane, 18 persone vengono ritrovate in poco tempo, da quale ora a qualche mese”. Rispetto al 2010, lo scorso anno si e’ avuto un aumento sia delle denunce, del due per cento, sia del numero di persone scomparse, piu’ 11,7%. Tra questi casi – ha detto Menta – ”ci sono molti adolescenti, di eta’ compresa fra i 15 e i 17 anni, una buona parte tra i 21 e i 40 anni, pochi 60enni mentre gli ultra 65enni sono soprattutto casi di Alzheimer. Ma la maggior parte, a prescindere dall’eta’, sono casi di allontanamento volontario. Sono proprio le motivazioni della scomparsa, a meno che non sia conseguenza di un reato, a produrre rallentamenti delle ricerche. Anche perche’ in Italia non esiste lo status giuridico di ‘persona scomparsa’. Uno status che mira a far riconoscere il disegno di legge proposto dall’associazione Penelope e che – ha assicurato Menta – ”potrebbe essere approvato entro l’anno: questa legge – ha detto – stabilirebbe principi chiari da seguire dopo la denuncia di una scomparsa, per esempio sulla immediata partenza delle ricerche, sull’attivita’ delle forze dell’ordine, sull’informazione dei prefetti e cosi’ via”.
In 38 anni, in Italia, sono scomparse quasi 30mila persone, di cui 1.651 sono bambini italiani e 8.153 stranieri. Per 17.696 casi non si conoscono i motivi della scomparsa, circa 3000 sono allontanamenti volontari e 535 sono causati da disturbi psichici e solo 84 sono conseguenze di reati. A tutti questi si aggiungano i 795 corpi senza vita ritrovati e non ancora identificati. ”Solo in Puglia – ha concluso la referente regionale di Penelope, Annalisa Loconsole – fino ad oggi sono scomparse 1.654 persone, tra le quali il sedicenne Alessandro Ciavarella, scomparso tre anni in provincia di Foggia, ma non ne ha mai parlato nessuno”.