Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus...
In attesa di vedere Grillo lacerarsi le vesti e donare tutti i suoi averi agli esodati, l’ultima notizia lo vede invitare caldamente i giornalisti tutti a pentirsi. Tutto ciò che non esce dal blog di Grillo è mala informazione, chiunque osi criticarlo è fuori dal Movimento. Forse il grande guru e il suo socio Web 2.0 non si rendono conto che il loro comportamento bizzoso, capriccioso, autoritario più che autorevole affossa giorno dopo giorno le speranze dei milioni di elettori che avevano puntato sul 5 come ultima spiaggia prima del “rien ne va plus”.
Le voci critiche che si alzano dentro e fuori il movimento dovrebbero far riflettere prima di tutto il grande capo. Grillo si è costruito l’ennesimo partito su misura, come Berlusconi, come Di Pietro. Partiti legati a filo doppio al destino del loro leader. Se il leader perde credibilità il partito scompare. Il PDL resta abbarbicato al capo quasi ottuagenario perché il timore è che senza di lui ci sia il crollo. Come è crollato IDV all’appannarsi dello smalto di Di Pietro. Nei partiti-persona non conta l’idea, che può essere la più bella del mondo, conta solo la mediaticità e la faccia di chi la propone. E l’entourage del leader diventa una corte di sudditi costretti ad ossequiare chi dà loro visibilità e a ringraziarlo per averli tirati fuori dall’oblio. Il PD ha tanti difetti, ha tanti personaggi discutibili ma ha anche dietro a sé una grande storia legata sì a nomi importanti ma soprattutto a idee che non hanno confini e non hanno tempo. Un partito, un movimento devono essere costruiti attorno ad un’idea, ad un pensiero forte capace di raccogliere consensi e di dare risposte, non attorno a una persona. Gli uomini, per quanto grandi, passano, le idee, quando sono buone, restano.