Virginia, la protagonista della storia, ci conduce per mano nel suo cammino di vita senza annoiarci mai in quanto il ritmo del testo è molto veloce con uno stile chiaro che incide in profondità, usando la penna come un bisturi per scandagliare tematiche universali, perciò per il lettore riconoscibili e condivisibili.
Infine, da un punto di vista strettamente personale è stato simpatico notare tratti comuni e inaspettati: un personaggio di nome Cinzia, un viaggio a Londra per lo studio dell’inglese, la professione di interprete e traduttrice.
Come sempre non anticipo mai nulla sulla trama, vi dico solo che convivono in questa storia accenni ad angeli e un personaggio di nome Angelo…ma per sapere cosa fanno bisogna leggere il libro.
Prima di leggere la breve intervista all’autrice, sappiate che Penne d’aquila è giunto finalista al Concorso Letterario Nazionale Un libro amico per l’inverno 2012-2013 ottenendo una menzione di merito.
Come prima cosa ti invito a presentarti ai lettori del mio blog.
Nel salutare tutti voi, rivolgo innanzitutto un affettuoso ringraziamento alla scrittrice Cinzia Cavallaro per l’ospitalità nel suo blog,
Penne d’aquila mi ha fatto venire in mente, per traslato, Messaggio per un’aquila che si crede un pollo. Insomma, una spiritualità che diventa risveglio. È così anche per Virginia, la protagonista del tuo romanzo?
Cinzia, hai sicuramente colto nel segno ed hai centrato esattamente il messaggio del mio romanzo Penne d’aquila. La protagonista Virginia, stretta e costretta da un retaggio di un’educazione patriarcale, certa di essere un “pollo”, crescendo e maturando, riesce a spezzare quei limiti che la “cementano” sulla terra, lasciando scorrere emotività e leggerezza, esce finalmente dal silenzio del cuore e rinasce, aprendosi a differenti realtà che esulano dalla normalità di un vissuto comune.
Perché questo titolo?
La scelta del titolo Penne d’aquila è dovuta alla simbologia che domina la narrazione e legata all’antica leggenda che vede l’aquila come uccello destinato a morire all’età di circa 40 anni se non scegliesse di strapparsi unghie, becco e per ultimo le penne, per rigenerarsi e continuare a vivere per altri 40 anni. Le penne rappresentano, dunque, la nuova “pelle” che permette alla protagonista del romanzo di essere finalmente se stessa e non la donna che gli altri vorrebbero lei fosse.
Quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è strettamente collegata al desiderio continuo di leggere, fin dalla prima adolescenza ho iniziato a scrivere le mie prime emozioni, altro non erano che il risultato di quanto assorbivo da ogni mia lettura. Ero solita annotare frasi e pensieri dei vari autori, esattamente come normalmente si usa fare quando si studia; rileggendo i miei scritti scoprivo spesso di aver in realtà scritto qualcosa che apparteneva soltanto a me. Preferisco la parola scritta alla parola verbale, le parole si perdono mentre in ogni nostro silenzio nascono scritti destinati a rimanere impressi non solo nella mente cognitiva ma ancor più nella memoria del cuore.
Quanta influenza ha avuto, se l’ha avuta, la figura di tuo padre sulla tua scrittura?
La figura di mio padre è costante nella mia vita, mai sbiadita nel tempo, neppure dopo tanti anni dalla sua scomparsa. A lui debbo la mia predisposizione alla lettura, quanto alla scrittura, credo di aver seguito maggiormente le orme del mio nonno paterno, poeta dialettale ed autore di molti saggi di pedagogia. Più che di influenza penso di poterla definire, nel mio caso, un’ autentica eredità di un profondo background culturale.
A che tipo di lettori credi sia principalmente adatto Penne d’aquila?
Sono certa che il romanzo Penne d’aquila sia adatto a lettori di ogni età e indistintamente dal sesso. Si tratta di un romanzo narrante un vissuto semplice e complicato allo stesso tempo per determinati valori fondamentali come la famiglia, l’amore, l’amicizia, il mondo del lavoro ed i viaggi, tutte esperienze essenziali per la nostra crescita personale e nella società. Ogni donna, giovane o adulta si è trovata, almeno una volta nella vita, nelle varie fasi del vissuto di Virginia.
Merita anche leggere, come io ho fatto, l’altra tua pubblicazione Lettere mai lette. Vuoi accennarci qualcosa su questo libro e come è nato?
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Amo soprattutto gli autori stranieri, ne cito alcuni quali: Gabriel Garcìa Marquez, Marguerite Yourcenar, Drieu La Rochelle, Virginia Woolf, Anaȉs Nin e molti altri. Ma uno in particolare non manca mai nella mia scelta di letture ed è Paulo Coelho, che adoro più di tutti gli altri. Ultimamente mi sono avvicinata molto alla lettura di autori emergenti, scoprendo tra loro dei veri talenti e mi ripropongo di continuare a leggerli. Leggo vari argomenti tranne i libri gialli ed ogni romanzo il cui stile è basato unicamente sui dialoghi.
Scrivi anche poesia?
Ho scritto molte poesie in passato, tuttora ne scrivo, soprattutto haiku, un componimento lirico scoperto da pochissimo. Ma per quanto riguarda la loro pubblicazione, posso davvero contarle sulla punta delle dita.
Progetti in campo?
Ho vari racconti già scritti da molto tempo ed altri due progetti in mente ma è ancora tutto “under construction”. C’è sempre un momento giusto per scrivere e il momento giusto per pubblicare. In questo periodo, guardandomi in giro, noto una marea di autori ed autrici che scrivono di tutto. E allora, sapete cosa vi dico, in tutta sincerità? Questa è una particolare fase in cui mi sento molto più originale nel non pubblicare. Ho un rapporto intimo con la scrittura, ho già pubblicato tre libri e vari racconti inseriti in altri libri o antologie, non vorrei cadere nel luogo comune della letteratura commerciale, che è quanto accade oggi.
Ringrazio tutti voi per avermi letta e vi auguro un’ottima giornata!
Susanna