Domenica scorsa, a Linea Verde, hanno fatto vedere la Valle Staffora, infilata tra Piemonte Lombardia ed Emilia, dove un piccolo gruppo di agricoltori praticano una agricoltura sostenibile, non finalizzata al profitto fine a se stesso e attenta ai valori storici e culturali del territorio.
Hanno mostrato un'azienda agricola dove sono state recuperate le vacche di razza Varzese, una razza frugale che meglio si presta ad essere sostenuta con attività agricole in aree marginali come quelle submontane.
Hanno sorvolato la zona descrivendo il territorio attraverso le problematiche dello spopolamento che tocca questa valle come tante altre.
Hanno anche parlato, mostrandolo, del progetto di vita di una giovane coppia, che ha come protagonista la paglia, dalla permacultura alla pacciamatura con la paglia, fino alle tecniche di coltivazione consociata per giungere alla costruzione di una vera e propria casa di paglia.
Non è mancato neppure il parroco di un piccolo paese, coinvolto anche lui in questa civiltà caratterizzata dall'idea di un'economia agricola di sussistenza che sembra aver avvolto tutta la valle, che si alleva le sue mucche e si coltiva il suo orto.
Chissà, forse anche loro si sono letti i libri di Lester Brown, e della sua idea di "piano B" per sfuggire all'imminente rottura dell'attuale modello economico globale basato sul consumo delle risorse.
Chissà?
Ma se mi metto a pensare a quale potrebbe essere il mio piano B, subito mi viene in mente quel pallone colorato che stavano per far salire in cielo, sopra i campi innevati attorno a Cuneo, che ho visto (e fotografato) mentre percorrevo l'autostrada.