Pensando ad una vecchia avventura.

Da Proferman
Era da parecchio che con i miei soliti portatori di zaino volevamo salire alla capanna Margherita. Dagli e ridagli un mattino decidemmo di tentare un'altra volta. Già in precerdenza avevamo rinunciato, a metà strada fummo colpiti da un tempo improponibile e pertanto decidemmo per "sarà per un altro giorno". Il mattino era splendido e allora via, saltare in macchina con gli zaini sempre pronti fu un istante. Il viaggio non ci fece perdere tempo, a mezzogiorno ci fermammo per una breve sosta ovvero un frugale pranzetto in un ottimo albergetto che avevamo già addocchiato tempo indietro. Dopo esserci ben "riposati" ci attrezzammo per puntino e SU'.Partenza da Stafal con la funivia fino al Gabiet, un sorso di cordiale al vicino rifugio, e subito puntiamo verso il Mantova. Holtre al caldo ed al sudore che ci consumava non trovammo nessuna difficoltà. Le gambe erano solide è l'umore ci accompagnava e le chiacchiere presero il sopravvento per decidere come sarebbe stato il giorno successivo per salire alla capanna. Decidemmo tra l'altro di dormire alla Gniffetti anzichè al Mantova (avevo provveduto alla prenotazione al mattino prima di partire assicurandomi della disponibilità). Arrivati al Mantova ci dissetammo abbondantemente, il calore era prepotente e umido niente vento, verammmmente un tratto pesante l'attraversamento delle pietraie e roccette. Appena pronti calzammo i ramponi e salimmo al Gniffetti.
La salita al rifugio Gniffetti

Eccolo! Siamo arrivati.

Uno sguardo dietro il rifugio: un mare di ghiaccio e seracchi.

Una piccola dose di nuvole si alzano verso le finestre del nostro giaciglio.

Il tramonto però non è male!
Ci prepariamo subito il nostro posto per riposare durante la notte. La fame non mancava ed allora subito a cenare. Mangiamo avidamente quanto proposto dal menù (le solite cose che si mangia nei rifugi) una bottiglia di vino, un paio di cordiali e subito a letto, la sveglia è subito vicinoe la salita è senz'altro dura. Buona notte e ciao ciao, ormai è il silenzio. Dura addormentarsi sulle tavole, però ci riuscii abbastanza velocemente. Quando mi svegliarono era l'ora dei preparativi per la partenza. Mi dissero che era freddo pertanto curare bene l'abbigliamento, brvissima piccola colazione e fuori. BRRRRR! fa veramente freddo. Calziamo i ramponi sotto un vento tagliente e gelido, ci mettiamo in cordata e sicuri partiamo. Camminiamo in silenzio per una mezzoretta quando: maledizione sta cominciando a nevicare! Porca vacca ancora una volta ci prende la sfiga. Il tempo si fa veramente brutto e non promette nulla di buono. Decidiamo ancora una volta di rientrare; non vogliamo rischiare nulla e la montagna li anche domani. Ci giriamo e cominciamo a scendere. Rientriamo al rifugio abbastanza incavolati per il tempo, ci rimettiamo in sesto e decidiamo di ridiscendere a valle. Mangiamo un boccone e partiamo subito. La nostra decisione ci conforta durante la discesa. Le cataratte del cielo sembrava si fossero aperte per farci un dispetto. Superato il Mantova sempre sotto un diluvio
Siamo quasi in fondo al vallone . Speriamo smetta.
Un mare di neve, grandine e acqua ci accompagnarono fino al Gabiet. Qui persino la funivia voleva fermarsi. Fortunatamente tutto andò bene e riuscimmo ad arrivare a Stafal senza altri problemi, l'acqua ormai ci usciva anche dalle orecchie. Anche questa è andata male ma sono pronto e mi preparo per la prossima volta.

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