"Pensieri di vita"/Luciano Mazzocchi /Scaffale libri

Creato il 07 febbraio 2015 da Marianna06

La scrittrice Susanna Tamaro ha curato la prefazione al libro di Luciano Mazzocchi “Pensieri di vita. Ascoltando il creato”, edito dalle Paoline che, in questi giorni, è in libreria.

L’autore è un missionario saveriano vissuto a lungo in Giappone.

Le sue meditazioni, della durata di un intero anno solare, nascono appunto da un incontro molto felice tra le parole del Vangelo di Gesù e la filosofia Zen, terreno di coltura formativa della gente presso cui il sacerdote ha dimorato e dove si è inculturato per anni.

La scelta o il suggerimento di lettura scaturisce dalla necessità nostra, e di tante altre persone come noi, che avvertono, con maggiore o minore impellenza, il bisogno di recuperare quello spazio di contemplazione e stupore, che l’odierna società ha messo da molto tra parentesi, in quanto la fretta è divenuta, senza scampo, il denominatore comune delle nostre esistenze, specie se si vuole essere al passo coi tempi e, come si ripete spesso,  provare a“realizzarsi”.

E questo perché, come dice l’adagio, il tempo è denaro. E fermarsi ad osservare un alba o un tramonto, un fiore che sboccia  o scoprire la bellezza di un  mare in tempesta così come la maestà di una vetta innevata è , per l’opinione corrente, solo “perditempo” per romantici.

Magari anche un po’ sfigati.

Invece non è proprio così.

Giunge, infatti, un momento della vita in cui l’esigenza di contemplazione diventa quell’ imperativo per eccellenza, cui avverti che è difficile sottrarsi.

E questo accade quando, un giorno qualunque, ci si rende conto che il mistero della natura e il mistero della creazione e quindi del suo “Creatore” sono in realtà la medesima “cosa”.

E’ un concetto questo che è espresso molto bene dalla Tamaro, nella prefazione, che merita anch’essa attenta lettura e riflessione per poi avvicinarsi ai testi di padre Mazzocchi e che richiama il lettore, sulla necessità d’ imparare a fermarsi. O meglio .. imparare a soffermarsi.

Con pazienza.

Avere- lei dice- la pazienza di fermarsi per apprendere a contemplare quell’Aldilà che costantemente s’intreccia con l’aldiqua.

Qualcun altro, anni fa, diceva : Impariamo a darci tempo”.

Solo così- precisa la scrittrice – germoglia in noi quella radice profonda, che procede verso il centro della Terra e della nostra vita. E che ci consentirà di non essere naufraghi in un mare di superficialità e dare  senso a ogni nostra azione e a ogni nostro sentimento.

Che poi è quanto la “Parola” di Gesù ci  suggerisce, senza mai stancarsi, da più di duemila anni a questa parte ma che noi, distratti da altro, non sempre siamo disposti ad ascoltare.

                                         Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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