Pensieri disordinati ordinati dalla fantasia

Da Maricappi
Quando mi vede le s’illuminano gli occhi come se io fossi una della famiglia, una parente prossima e lei una mia parente strettissima.
Non sei riuscita a riposare tu? 
Mi dice, come se dormissi nella stanza accanto.
No signora, io sono qui per aiutare lei.
Secondo me mi confonde con la solita badante.
Allarga un sorriso e mi prende la mano.
Ma da che ora sei qui?
Preoccupata.
Da un’ora, ora sono le tre. Lo so è l’ora della pennichella, magari mi metto qui in un angolo del suo letto e mi riposo un po’?
Dal suo disordine mentale capisce però il tono scherzoso, mi scruta cercando di comprendere l’aggrovigliamento. La rassicuro. La signora non ha tutti i pensieri ordinati, c’è un po’ d’accozzaglia di cose nella sua testa. Infatti, poco dopo suona il campanello per dirmi di aprire la porta dietro alla testata del letto della sua camera ospedaliera, porta inesistente ovviamente per giunta la porta della cucina.Però, quando la interroghi sulla sua famiglia risponde bene: i figli, i nipoti, se li ricorda. Sono le intercettazioni ambientali scollegate e il ricordo di suo marito che lo percepisce ancora sessantenne mentre lei d’anni ne ha ben ottantasei. Improbabile no?
I ricordi vanno e vengono dondolati da una memoria instabile. Lei però è tranquilla, galleggia beata nel mare delle reminiscenze della sua vita e intanto tira il filo del monitor credendo che sia il filo d’Arianna che la condurrà nella sua cucina. Ad una certa età i pensieri s’ingarbugliano e si confondono luoghi, date e visi, ricordare una vita così lunga non è facile. 
Stare in un luogo come quello ospedaliero, fuori dall’ambiente familiare, è destabilizzante per queste simpatiche persone di una certa età. 
L’importante però è prenderla bene, con filosofia, e la nostra giovane vecchietta se la ride forse sognando una buonissima torta al cioccolato dietro quella porta immaginaria della cucina nella sua fiabesca fantasia di bambina.