Speciale: Topolino 3000
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Durante l’ultima settimana e mezza, parallelamente alla pubblicazione sul sito degli articoli che vanno a comporre lo speciale “3000 di questi numeri, Topolino!”, sulle nostre pagine Facebook e Google + abbiamo centellinato giorno per giorno i pensieri espressi da alcuni autori Disney, appositamente contattati, riguardo il settimanale Disney e il traguardo da esso raggiunto.
Abbiamo deciso ora di raccoglierli tutti insieme, per permettere a tutti di leggerli e per garantirne una conservazione migliore rispetto a quanto potrebbe accadere sui social network.
Penso che Topolino abbia contribuito, tra l’altro, a diffondere il piacere della lettura in moltissimi bambini e ragazzi di svariate generazioni: tant’è che, almeno nell’era pre-internet, era abbastanza difficile trovare un bambino che non l’avesse mai letto, o non conoscesse i personaggi.
Per me, è sempre stato …”uno di famiglia”: in tempi in cui non c’erano videogiochi e tv h24, la lettura di Topolino era uno dei più bei divertimenti. Ricordo che attendevo con trepidazione l’uscita, e lo leggevo ….piano, per farlo durare, e poi lo rileggevo e rileggevo…
E’ stato uno di famiglia e lo è ancora, dopo quarant’anni, visto che è parte integrante del mio lavoro, delle mie giornate, dei discorsi che faccio con gli amici. Mi auguro vivamente di trascorrerci ancora un sacco di tempo assieme!
Topolino mi ha dato la possibilità di scrivere storie interpretate dai più famosi personaggi del mondo: Topolino, Pippo, Paperino, Zio Paperone e via dicendo. Di lavorare con artisti come Bottaro, Scarpa, Carpi, Cavazzano, De Vita … e di conoscere e diventare amico di Carl Barks, Floyd Gottfredson, Don Rosa.
Quando si dice “scrivere per un giornale”, di solito, si intende scriverci per se stessi, per i soldi, magari per bullarsi con gli amici. Ecco, con Topolino è tutto diverso. Io scrivo proprio PER lui, come se volessi restituirgli almeno una parte di tutto quello che mi ha dato negli ultimi 24 anni. Ho imparato a leggere e a scrivere su quelle pagine e il numero 2000 appesantiva il mio già mastodontico zainetto in prima media. E aspetto il 3000 ancora con l’emozione di uno scolaretto. E vedrò il 4000, il 5000 e chissà quanti altri. Sempre cercando di onorare la mia sfacciata fortuna, di scrivere le migliori storie possibili, di impegnarmi come si impegna un uomo in missione. E il bello di tutto questo è che non ce la farò mai a pareggiare i conti, e sarò sempre qui a ringraziare. E ridere come un matto.
ANTONELLO DALENA
Lavorare per Topolino è sempre per me una gioia e un onore perché fa parte della storia del fumetto italiano e di ogni persona che fin da bambino ha amato il fumetto.
BRUNO ENNA
Sono cresciuto leggendo Topolino. Come molti, ho imparato a leggere anche grazie a lui. Ancora oggi, quando scrivo, cerco di rammentare l’emozione che mi hanno fatto provare alcune storie ormai mitiche (come “Topolino e l’unghia di Kalì”, oppure “Topolino e la collana Chirikawa”, di Romano Scarpa). Lavorare per Topolino, per me, è stato ed è un grande privilegio. Scrivere storie di Topi e Paperi non è lavoro, ma puro piacere.
Ho imparato a leggere, e ad amare la lettura, sulle pagine di Topolino.
Nei fumetti Disney ho conosciuto l’avventura, il divertimento, l’evasione, il sogno, la curiosità, Barks, Gottfredson, Scarpa. E ho goduto di un arricchimento non banale della lingua italiana (indimenticabile la “disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera” del compianto Guido Martina).
Tutto questo, molto più dei noiosi – e presto dimenticati – sussidiari delle elementari e medie. Ma si sa, la scuola del Bel Paese che ho conosciuto io insegnava a odiare la lettura, non ad amarla.
Basta questo per considerare Topolino una pietra angolare nella formazione di generazioni di bambini e ragazzi in tutto il mondo. Giù il cappello, gente di cultura. E altri 3.000 numeri di Topolino.
Quando penso a Topolino, penso innanzitutto a lui: al personaggio. Topolino è l’unico, fra i personaggi di cui io abbia sceneggiato storie, con cui sono riuscito a immedesimarmi.
Un Topolino che è uno di noi. Un Topolino che non è il primo della classe saccente di tante, troppe storie sbagliate. Il Topolino “eroe” della porta accanto, che finisce nei guai per caso e salva il mondo per salvare se stesso e le persone a cui vuole bene.
Topolino È il fumetto italiano. Una mitologia americana che trova una sua voce, bellissima, in Italia.
Topolino è parte della mia vita da sempre. In quelle sei vignette per pagina ho imparato a leggere e a vivere. Volevo scrivere sul Topo e ce l’ho fatta. I sogni si realizzano, fidatevi.
Ogni volta che inizio una nuova storia torno un bambino che disegnava sui taccuini, lascio perdere tutto il resto e scrivo Tavola 1: mi diverto troppo.
Topolino è un sogno che mi ha accompagnato dall’infanzia all’età adulta senza mai lasciarmi. E da compagno dei miei giochi da bimbo, è divenuto il solido pilastro della mia vita professionale. Vivo ancora quel sogno e spero di non svegliarmi mai. Un sogno condiviso da milioni di altri lettori; perché Topolino, arrivato alla incredibile soglia del numero 3000, è un punto cardine del fumetto Italiano (e non solo). Dopo Garibaldi l’Italia è stata unita da Topolino!
Con affetto, Marco.
Mi fa impressione che durante il festeggiamento del n. 2000 di Topolino io già c’ero. Questo vuol dire o che io sono vecchio da occupare un terzo della storia della rivista più longeva d’Italia o che Topolino è eternamente giovane e quel festeggiamento risale a qualche giorno fa. Protenderei versa questa seconda ipotesi.
Il ricordo più bello comunque non è ne la prima storia pubblicata ne il Topolino d’oro vinto qualche anno dopo ma l’immagine di mio padre che la domenica tornava con un Topolino fresco di stampa, fregandosene che ancora io non sapessi leggere. Viva Topolino.
Quelli di Topolino per me non sono solo personaggi, ma “maschere” dietro alle quali si nasconde un campionario di umanità: talvolta mi regalano un sorriso, talvolta un’emozione, sempre un sogno!
È sicuramente difficile parlare di un mito e dire qualcosa di non scontato…
Topolino, da quando ricordi, in casa mia c’è da sempre.
Lo leggeva mio padre, l’ho letto io e adesso ( a cinque anni e mezzo:) ) lo legge pure mio figlio (e ci mancherebbe ;) ).
Credo che in Italia siamo molto fortunati ad avere un giornale che è riuscito a trapassare più generazioni contemporaneamente, e a creare la passione, per un mondo (quello del fumetto appunto), che poi nella vita potrà ampliarsi a tutti i generi esistenti.
Topolino è molto di più un fumetto, e per me è un onore poter far parte di questo!
A casa del Topo ci siamo incontrati
e già l’anno dopo eravamo… sposati.
Le storie del Topo inventiam con amore:
è un gran privilegio, una gioia, un onore!
(Tere)
Dell’anno del Topo è la nostra bambina
e il piccolo, che nome porta? Indovina!
Il nome del Topo! Per cui, cosa vuoi…
parlarti del Topo è parlarti… di noi!
(Ste)
È inutile che spieghi l’importanza di Topolino per la cultura italiana. Studiosi ben più qualificati di me lo fanno e lo faranno. Vi posso però dire che cosa significa per il sottoscritto.
Quando negli anni ’80 ero un bambino, Topolino per me non era solo uno svago.
Su quelle pagine ho visto Paperino venire assunto come manager di Rockerduck, per poi scoprire che non serve a nulla il successo se non hai nessuno con cui condividerlo. Ho visto l’eroismo dell’uom… papero qualunque che va su un altro pianeta con un fucile e uno stereo per salvare il suo amore impossibile, Reginella. Ho visto Quo prendersi per la prima volta la gingillonite. All’epoca, le storie non erano accreditate, e solo col tempo ebbi modo di conoscere i nomi degli autori.
Poi, negli ultimi dieci anni, tra le altre cose ho visto Paperina riconquistare Paperino dopo averlo perso. Paperone fuggire su un’isola dove non esiste il Natale. Paperino contendersi Paperina col proprio alter ego, Paperinik. Questa volta le storie erano accreditate. E nei casi citati, il nome stampato in calce era il mio.
Credo che Topolino non sia solo uno svago. Credo che mi abbia formato emotivamente. E che continui a farlo tuttora.
CLAUDIO SCIARRONE
Fin dall’asilo Topolino mi ha accompagnato nella vita e mi è stato accanto ogni giorno, il regalo più bello che potessi mai ricevere. L’emozione più grande è poter condividere questo immenso tesoro con chi avrà tra le mani il numero 6000 e penserà a chi leggerà il numero 10000 con lo stesso affetto con cui penso a coloro che si emozionano con le storie del nostro amico Topolino da 3000 strabilianti numeri!
Da parte mia, commentare un traguardo tanto importante come il numero 3000 di Topolino è emozionante e “spaventoso” allo stesso tempo. Emozionante perché si tratta di un fumetto che ho sempre letto ed amato fin dall’infanzia, e averlo accompagnato fino al 3000 ti obbliga a fare uno splendido tuffo nei ricordi. “Spaventoso” (in senso buono) perché posso dire di essere stato l’ultimo sceneggiatore ad aver esordito prima di questo “giro di boa”, e questo evento in un certo qual modo mi carica di responsabilità per il futuro: sta a me, e a noi tutti, cercare di impegnarsi al meglio per garantire amore e passione a questo nuovo capitolo della storia del Topo. Sta a me, e a noi tutti, occuparsi di questi straordinari personaggi affinché nuovi lettori possano scoprirli e amarli come accaduto a noi da bambini. Il mio augurio è una promessa: caro Topolino, io ce la metterò tutta. Perché sei una cosa seria.
MASSIMILIANO VALENTINI
T come “Tradizione”, lo acquisto regolarmente dal 1976;
O come “Ottuagenario”, ma se li porta benissimo;
P come “Paperin di Boscoscuro”, personaggio che ha fatto qualche fugace apparizione;
O come “Orecchie” (questa mica la devo spiegare?);
L come “Lavoro”, il mio (il più bello del mondo!);
I come “Immaginazione”, impossibile vivere senza di essa;
N come “Nuovo”, cioè sempre al passo coi tempi;
O come “Oggi”, giunto al traguardo del numero 3000!
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