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Pensieri e riflessioni su "Il diario segreto di Maria Antonietta" di Carolly Erickson

Creato il 01 ottobre 2012 da Anjaste @anjaste
Titolo: Il diario segreto di Maria Antonietta Autore: Carolly Erickson Editore: Mondadori Collana: Oscar storia Pagine: 338 ISBN: 8804574364 ISBN-13: 9788804574361
Sinossi: Parigi, ottobre 1793: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e regina di Francia, è stata condannata a morte dal Tribunale rivoluzionario e attende di essere giustiziata. Unica consolazione di questi giorni di angoscia e solitudine è la possibilità di scrivere e annotare pensieri ed eventi in un quaderno, come ha fatto da quando aveva tredici anni. Prima di essere condotta al patibolo, lascia nella sua cella il diario in cui ha raccolto gli episodi salienti e i piccoli fatti quotidiani della sua vita. Attraverso la forma del diario Carolly Erickson ricostruisce l'avventura umana e sentimentale di Maria Antonietta, penetrando nella sua psicologia e cogliendone gli aspetti più intriganti e meno noti e descrive eventi e personaggi che giocarono un ruolo significativo non solo nella sua vita privata ma anche nelle vicende di quei decenni cruciali. Ecco allora la lunga storia d'amore con il diplomatico svedese Axel Fersen, che mette a repentaglio la propria incolumità nel vano tentativo di salvarla; la triste vicenda del primo figlio maschio, Luigi Giuseppe, affetto da una malformazione alla schiena e destinato ad una morte precoce; la terribile notte in cui la folla parigina irrompe nel palazzo reale con l'intenzione di uccidere lei e la sua famiglia; il drammatico tentativo di fuga; la cattura e la prigionia; lo strazio della morte del marito, ucciso dalla ghigliottina, e la separazione dal secondo figlio ed erede al trono, Luigi Carlo, strappatole dalle braccia dai rivoluzionari. 
Il pensiero di Annachiara: La figura della Regina Maria Antonietta mi affascina da sempre e, con il passare del tempo, ho accumulato diversi libri su di lei che però, per essere sinceri, in gran parte non ho ancora avuto occasione di leggere. Solitamente apprezzo qualsiasi opera parli di lei e questo romanzo non ha fatto eccezione.
Il diario segreto di Maria Antonietta di Carolly Erickson, pubblicato in Italia nel 2006 da Mondadori, si pone da subito come un’opera di narrativa, un romanzo storico più che una rigorosa biografia. Contiene diversi episodi e personaggi dichiaratamente (e, purtroppo, a volte palesemente) inventati ed esclude invece altre vicende che sono state piuttosto importanti non solo per la Francia e la monarchia ma anche per la Regina stessa, come ad esempio lo scandalo della collana. Capita l’antifona, però, la lettura procede spedita e risulta piuttosto piacevole.
La storia della Regina Maria Antonietta è universalmente nota e ormai da diversi anni la sua figura è stata decisamente rivalutata, passando da spietata tiranna affamatrice del suo popolo a vittima incompresa ed inconsapevole di un tragico destino. Questo diario non fa eccezione e tratteggia, con moderata ma evidente simpatia, la figura di Maria Antonietta come quella di una donna onesta, che cerca di sopravvivere nella propria vita e di fare sempre ciò che ritiene giusto, la maggior parte delle volte, purtroppo, sbagliando.
Il diario inizia dai primi anni in Austria, per arrivare fino al matrimonio, al periodo di governo insieme al (e troppe volte al posto del) marito, il Re Luigi XVI, alla rivoluzione e alla condanna a morte. Niente ci viene risparmiato: tutto (o quasi) è documentato dalla fittizia penna, a volte svogliata ma sempre presente, della Regina che scrive il suo diario. Tutte le emozioni e molti degli avvenimenti passano sulle pagine ed il lettore è rapito dentro la vita della regina più famosa d’Europa, vi è trascinato a forza e catturato fino all’ultima riga.
In realtà la narrazione parte piuttosto lenta e gli anni dell’adolescenza vengono descritti piuttosto blandamente, quasi in maniera superficiale, tanto da farmi pensare che questo libro fosse molto più stupido ed insignificante di ciò che mi ero aspettata. Man mano che si procede nella narrazione, invece, le vicende si fanno sempre più credibili e particolareggiate e gli episodi descritti riescono a catturare l’attenzione e ad interessare. Purtroppo, in tutta la prima parte, la forma di diario che permette e anzi incoraggia una narrazione episodica non aiuta a far ingranare il romanzo che rimane una descrizione di avvenimenti piuttosto slegati tra di loro. Con il passare degli anni tuttavia, il problema politico si fa più pressante di pagina in pagina ed è questo che aiuta a tenere un filo, fino all’inevitabile scoppio della rivoluzione.
Io dividerei questo romanzo in due parti che sono abbastanza ben distinte. Tutto quello che accade prima dello scoppio della rivoluzione è un diario a tratti vivace, a tratti meno riuscito, della leggendaria figura di Maria Antonietta; dei suoi divertimenti, dei suoi affetti e le sue futili preoccupazioni.
Ciò che accade dopo invece è una narrazione serrata degli avvenimenti che giorno dopo giorno hanno sconvolto la Francia, vista dal punto di vista della nobiltà, dei sovrani, della Regina tanto odiata. Ed è questo, probabilmente, il vero pregio del libro. La situazione si incupisce nel giro di poche pagine, pochi mesi, e diventa drammatica in così poco tempo che i sovrani riescono appena ad accorgersene e soccombono presto ad avvenimenti più grandi di loro, tentando disperatamente quanto inutilmente di riprendere il controllo della situazione. La tragicità che trasuda dalle pagine è vera, in qualche modo sentita, sicuramente ben descritta; l’ansia della protagonista contagia anche il lettore e, nonostante la conclusione sia nota a tutti, devo confessare di aver sperato, in certe pagine, che potesse andare diversamente. Una narrazione, insomma, condotta con talento dall’autrice.
Il punto di forza di questo libro, in conclusione, è, paradossalmente, la descrizione della situazione politica: dalla spiegazione dell’incapacità governativa dei sovrani, fino ai molteplici rovesci dei governi popolari con atrocità rivoluzionarie comprese, tutto è molto ben introdotto e favorisce la comprensione soprattutto per i lettori più digiuni dell’argomento, che magari hanno soltanto vaghe reminiscenze da letture scolastiche o cartoni animati.
Un punto debole, invece, può essere trovato nella scarsa caratterizzazione dei personaggi e dei rapporti umani. Se escludiamo la figura della protagonista, di cui riesce ad emergere un ritratto tutto sommato completo e sfaccettato, e qualche accenno all’umanità e alle debolezze di Luigi XVI, tutti gli altri personaggi rimangono sagome di cartone, ombre sulla vita della regina. Perfino il Conte di Fersen, immensamente amato, viene descritto solo come un cavaliere senza macchia e senza paura che non sbaglia mai e ha sempre una soluzione e tutto il loro rapporto si riduce ad un “quanto ti amo”, “quanto sei bella”, “staremo insieme per sempre”. Decisamente, questo libro se la cava più con la caratterizzazione sociale che con quella umana.
In ogni caso è una lettura che consiglio e che non necessita di conoscenze storiche né di particolare passione per la materia per poter essere apprezzata.

Annachiara



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