Il mio pensiero:
"Paranoia" è l'esordio di Rosario Aveni nel filone del brivido, pubblicato da Edizioni Rei.«Donna snaturata, pagherai con la vita il male che hai procurato. La falce nera ti decapiterà il giorno dopo l'anatema e lo strascico del tuo abito bianco traccerà una lunga scia di sangue innocente. Preparati a morire, maledetta!»
È un romanzo unico nel suo genere. Pagine fitte di avvenimenti, colpi di scena e agghiaccianti rivelazioni tengono con il fiato sospeso il lettore. Molti personaggi popolano le pagine di questo libro: Laura, Mario, Roberta, Rachele, Virginia, Federica, Mark, Marinetti, Stefano, e Santini le cui vite si intrecciano in una spirale di delitti.
Non voglio svelare nulla più di quanto già esposto nella sinossi perché la bellezza di questo scritto sta nel chiamare il lettore a riflettere sui fatti riportati, presentare le varie angolazioni, e portarlo ad individuare il colpevole dei sei delitti. I protagonisti del romanzo siamo, in un certo senso, noi. Vi dico fin da subito che non sarà facile. L'autore si diverte a depistare.
Scritto al presente, una voce fuori campo riporterà e commenterà vari dialoghi avvenuti tra i vari attori, all'apparenza senza nessuna concatenazione logica, ma che serviranno a creare, a poco a poco, il quadro completo dei crimini.
Tutto scorre così veloce che più volte sono stata costretta a cambiare opinione su questo o quel personaggio. Pare che l'occhio di bue si sposti senza senso da uno all'altro: paranoia.«Lì di paranoia, ce n'è a iosa»
Emerge, anche da questo scritto, la vena poetica ed il linguaggio ricercato dell'autore che regala non poche similitudini ed eleganti metafore.
Ogni libro affascina il lettore in modo diverso. Un lettore ama, odia, adora o disprezza un romanzo anche in base ai trascorsi personali, a quello che lo scritto può richiamare alla sua memoria o alle emozioni che può fargli provare. A volte ci si affeziona ad un libro perché si prova simpatia anche solo per un personaggio secondario o perché le descrizioni sono talmente belle da far viaggiare con la mente in luoghi lontani... Altre volte è lo stile di un autore a lasciare un segno indelebile in chi legge. Anche questo romanzo lascia il segno.
Purtroppo non ho trovato grandi descrizioni di personaggi o ambienti, che mi hanno fatto perdere la testa per questo o quel protagonista; non ho viaggiato con la fantasia in luoghi remoti. Il fascino di questo romanzo sta prevalentemente nel farti immedesimare nella parte di chi vuole che giustizia sia fatta trovando il colpevole.
Questo è il suo fine ultimo: presentare l'intreccio di vite e avvenimenti per offrire poi il colpevole con un gran botto.
Lo si può leggere tutto d'un fiato per la sua brevità ma vi consiglierei di leggerlo a piccole dosi, come è capitato a me. Così facendo si ha più tempo per digerire le informazioni ed arrovellarsi per cercar di far luce in questo intrico di follia.
Si chiude il libro e ci si impegna nella quotidianità della nostra giornata con la certezza di aver trovato l'assassino. Scontato. Troppo facile così. Si riaprono le pagine e vediamo smontare le nostre congetture. Questo è il fascino dell'imprevedibilità che regala.
«Tolto l'impossibile, ciò che rimane, sia pure assai improbabile, deve necessariamente corrispondere alla verità»
Una bella e veloce lettura per gli appassionati di gialli.