Alzo lo sguardo, una piccola pausa dal lavoro e lascio che la luce disperda la nebbia dei pensieri che si rincorrono come i punti che l'ago lascia dietro di sé.
E' ancora caldo, forse l'ultimo di un'estate che non è stata estate.
Apro e subito rumori: una donna nella strada urla al cellulare, non sembra un'emergenza perché smette, ride e poi riprende, poi se ne va.
Lungo la strada si incrociano esseri umani, frettolosi, assenti, automobilisti maldestri, chiassosi vicini di casa, fantasmi. Posso sentire i loro pensieri salire verso l'alto: invidie, passioni, dolori, preoccupazioni, nostalgie, stizze. Nessuno sembra felice, nessuno sorride o canta o fischietta. Quanto tempo è che non sento fischiare qualcuno per strada?
E quella fretta, quei passi veloci, per arrivare prima, per non perdere tempo.
Tutto si ripete, senza bisogno del mio sguardo.
Scrollo le spalle e chiudo la finestra, aspetto il borbottio del caffè mentre mi accendo una sigaretta, questa me la fumo in pace.....
Ecco come ci si riduce a scrivere del nulla.....per trastullarci con l'idea che in realtà, qualcosa, in quei confini del nulla, effettivamente, vi sia.
Pensare al senso oltre il ripetersi dei giorni è un'esercizio che faccio quotidianamente, spero che la volontà possa, almeno in parte, cancellare qualche vuoto.