- Uh, Cig, perchè tesoro? - cammino in un corso ormai vuoto e bagnato di pioggia, a Civitanova.
- Perchè è buio e tu non sei ancora tornata, mamma.
Secondo voi come si sente una mamma in trasferta?
- Beh, Cig, te l'avevo raccontato che andavo più lontano del solito per lavoro e che quindi dormivo via, ti ricordi?
- Ah già sì, allora ciao, ci sono i cartoni di Tom e Jerry.
Ecco, dovrei imparare tantissimo dalla reattività di Cig, dal suo basta un attimo per rimettere a posto tutto e dormire tranquilli.
In realtà l'altra sera, dopo quella telefonata, proprio tranquilla non sono stata più.
Davvero si preoccupa? E cosa comporterà questa giovanissima preoccupazione?
Probabilmente niente, probabilmente se oggi gli chiedessi come mai era preoccupato neppure se lo ricorda più.
O magari un giorno adolescente mi urlerà "Tu non c'eri mai" e sbatterà qualche porta,
Chi lo sa.
La domanda che mi sono fatta subito dopo è stata: ma io dove voglio essere, in questo corso deserto o a casa a raccogliere supereroi sparpagliati per terra?
La verità è che il mio lavoro mi piace, ma gli anni passano, divento più sentimentale e mi stanco di più, fisicamente proprio e anche mentalmente, che dopo tanti anni a parlare, avrei voglia di anni più riflessivi e silenziosi.
Anche raccogliere supereroi però mi fiacca moltissimo, magari per altri versi e con altri pensieri.
Quindi non una vera risposta non me la sono data.
Il cambiamento verrà, sta maturando e comunque niente resta mai com'è.
Ma in che in direzione mi porterà ancora non riesco a immaginare, nè da che parte arriverà.
So solo che tutto cambia, prima o poi.