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Pensierozzi in margine all'idea del fotografare

Da Bimboverde
La luce di questi giorni è proprio bella , potente e morbida. Ci sto ancora attento , sebbene con la fotografia digitale e i suoi molti aspetti creativi, l'impostazione tecnica della fotocamera sia diventato un dettaglio. Personalmente ho imparato a fotografare a tredici i anni con la vecchia Minolta di mio padre. Ancora adesso regolo tempi e diaframmi, sebbene talvolta non sarebbe necessario, così come uso il cavalletto che mi da un modo di vedere le immagini molto educato . Trovo interessanti queste nuove possibilità, ma cerco di usarle nella maniera più onesta possibile. Il digitale e l' elaborazione successiva hanno modificato il concetto stesso di fotografare, hanno aggiunto all'atto di ritrarre un' immagine, la possibilità di correggerne gli elementi costitutivi e cromatici in modo facile e professionale. Questo nuovo abito del fotografare, in fondo, ha però solo potenziato un aspetto che sempre si è trovato in nuce nell'arte di riprodurre la realtà. In fondo lo sviluppo tradizionale può imprimere vari e diversi caratteri alle foto che produce. I nuovi programmi, la facilità con cui si vede l'immagine ottenuta, hanno solo reso più lineare e diretto questo aspetto Mi limito in quest'ambito alle applicazioni più generali della correzione, il ritaglio, il raddrizzamento dell'orizzonte e la cura dei toni e della temperatura. Il resto andrebbe usato con grande parsimonia. E' veramente un attimo rovinare una foto, creare un brutto effetto sfocato o posterizzato , come si vede, talvolta negli album dei matrimoni di qualche fotografo da strapazzo. Anche perchè se una foto ci convince e funziona, spesso non serve altro, ci colpisce come un pugno in faccia o un fischio sottile e raramente la sbagliamo , perchè , in quel momento, la nostra mente fa lo stesso lavoro di un programma eletrronico e cioè taglia tutto il superfluo, opera filtri e interpretazioni, spesso le meno obiettive e realistiche, fa grandi scelte di contenuto e significato, critica, corre.
Per asurdo la fotografia è il mezzo più arbitrario con cui possiamo descrivere la realtà.

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