Sembrava così lontano il primo gennaio 2012 invece è arrivato. Sono le donne, come sempre ad essere le più penalizzate, l’età pensionabile sale a 62 anni.
Nel 2013 poi le lavoratrici autonome potranno andare il pensione solo a 62 e 3 mesi, lo scalone del 2012 è di 2 anni e 6 mesi (l’ età sale a da 60 a 62 anni e mezzo).
Se sei nata nel 1961, devi attendere un bel pò di anni, fino ad oggi saresti potuta andare in pensione nel 2021 adesso devi iniziare a pensare di non poter andare a riposo prima del 2027, questo a causa delle aumentato aspettative di vita.
Per chi è nato nel 1952 le donne potranno andare in pensione a 64 anni, se entro il 2012 raggiungono i 60 anni di età e un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.
Nel caso delle lavoratrici nate nel 1953 che nel 2012 avrebbero raggiunto i 60 anni previsti fino a ieri per la vecchiaia e nel 2013 sarebbero andate in pensione all’ apertura della finestra mobile, l’impatto è modesto.
Sino al 2016 le nate nel 1952 possono andare in pensione a 64 anni, mentre per le nate nella prima metà dell’anno non cambia nulla: l’innalzamento dell’età di vecchiaia previsto dal decreto porta il parametro a 63 anni e 6 mesi nel 2015, e dunque le donne nate fino a giugno del 1952 possono sfruttare questo canale, con un ritardo di due anni rispetto alla vecchia uscita messa in calendario per il 2013.
Dal primo gennaio poi il passaggio al contributivo per tutti è pro-rata. E cioè riguarda la sola contribuzione versata dopo il 31 dicembre 2011, una novità che incide in maniera modesta. Per alcuni, il contributivo può rappresentare addirittura un miglioramento. Chi resta a lavorare più a lungo, anche oltre i 40 anni, infatti, vedrà incrementare la pensione. Il calcolo contributivo riguarderà, come detto, i contributi versati dal primo gennaio 2012 in poi e interesserà solo una minoranza dei lavoratori più anziani.