Contributi volontari: i rischi
Non risulta per niente scontato che la "torta da spartire", da più parti evocata, sia effettivamente sufficiente in ciascun anno per tutti gli aventi diritto. Ed è per questo che lasciano perplessi tutte le proposte, avanzate anche nel corso dell’ultimo periodo, che prevedano la possibilità per i lavoratori di effettuare, eventualmente su basi volontarie, ulteriori versamenti all’Inps.
Con il sistema contributivo infatti i maggiori contributi incassati oggi (non accantonati ma utilizzati per erogare le prestazioni a favore degli attuali pensionati) genereranno domani l’obbligo per il sistema di erogare una pensione media sicuramente equa, ma più elevata, che potrebbe non essere adeguatamente finanziata dai contributi versati dai futuri lavoratori (generando quindi un ulteriore deterioramento dell’equilibrio finanziario dell’Inps).
Incrementare la copertura pubblica futura aumentando gli attuali contributi, anche su basi volontarie, è un approccio che in particolare nell’attuale difficile contesto economico, potrebbe risultare allettante per diverse categorie di lavoratori (non solo per i lavoratori dipendenti).
Già nel 1988 è stata introdotta una disposizione del genere (eliminando il massimale di retribuzione pensionabile allora previsto). I risultati di questa disposizione però, sotto un profilo economico, sono stati evidenti e le riforme che si rincorrono dal 1992 lo testimoniano.