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Questa sorta di “finestra” è tutta femminile e prevede che tutte le donne che hanno una anzianità di contribuzione non inferiore ai 18 anni al 31 dicembre 1995 e che al contempo non abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2007, i requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica utili per il conseguimento del diritto a pensione di anzianità di farne regolare domanda.
Possono però accedervi anche le lavoratrici donne che hanno una un’anzianità inferiore a 18 anni, sempre al 31 dicembre 1995, ma che non abbiano già esercitato il diritto di opzione per il sistema contributivo, da quel che si può capire leggendo interessanti spiegazioni online, molte si esse stanno nel settore statale, purtroppo però vengono esluse coloro che hanno diversi periodi di contribuzione ovvero chi ha gestioni previdenziali differenti.
Questa opportunità non è ancora stata pubblicizzata in modo corretto ma nella realtà dei fatti da la possibilità alle donne che vogliono andare in pensione di avere per lo meno un calcolo previdenziale corretto senza perdere nulla di quello che è stato giustamente lavorato. Certo è che si ritiene utile consigliare la possibilità esistente di farsi fare i dovuti calcoli pensionistici da personale esperto, talvolta infatti l’importo della pensione potrebbe risultare significativamente minore, rispetto ad un calcolo misto con il sistema retributivo.
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Pim. it riporta un utlie esempio” le nate negli ultimi mesi del ‘55 con 35 anni di contributi nel 2012, raggiungerebbero 42 anni di contributi a maggio 2019 e dovrebbe lavorare fino a luglio 2019 e 64 anni di età. In alternativa potrebbe optare per la soluzione contributiva andando in pensione subito, con decorrenza novembre 2013.In altre parole risparmierebbe 5,5 anni di lavoro, andando tuttavia a ridurre sensibilmente sull’ammontare dell’assegno pensionistico”
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