È per questo che chi si prende troppo sul serio, chi assolutizza il proprio punto di vista, in realtà non riesce a cogliere la complessità delle cose e, in fondo, non le vede per niente! Perché scambia – in modo acritico - le proprie rappresentazioni con la realtà e la realtà con la verità.Si potrebbe dire, per usare un linguaggio più astratto, che non è “disponibile” alla verità. Infatti il suo “pensare” e il suo “discorso” sono troppo poco modesti, come, invece, dovrebbero essere un pensare e un parlare autentici, e del tutto incapaci di riflettere sulle “condizioni” di tutto quanto è conoscibile! A quel tipo di pensiero manca quella capacità di saltellare “qua e là tra cielo e terra, tra antico e nuovo, tra angoscia e gioia dell’avventura”, che sola può dare origine a un pensare creativo! insomma gli manca la capacità di “giocare” con la conoscenza e il sapere! Ma, in questo caso, non c’è “sapere” né “conoscenza”. L’humour, e il riso, dunque, come strada per il sapere umano, e non solo.Perché spesso di fronte a certe questioni o problemi esistenziali l’unica strada adeguata sembra il riso, il ridere. E anche di fronte agli arroganti poteri, di qualunque tipo, bisognerebbe considerare la possibilità che la risposta appropriata potrebbe essere, più frequentemente, la risata. Sarà per questo che i sistemi autoritari, quelli effettivi, quelli tendenzialmente autoritari o costitutivamente tali, ma anche quelli velleitariamente o grottescamente autoritari, hanno tutti paura della satira? E non tanto della satira in sé, quanto della possibilità che l’atteggiamento satirico possa diffondersi? Beh! allora un doppio consiglio ai lettori! Evitiamo leaders, esperti, potenti o persone comuni…ecc, che non sorridono mai e magari ritengono di avere sulle proprie spalle tutti i problemi del mondo, quasi che senza di loro, noi saremmo perduti….ma anche quelli che profanano anche l’umorismo e il riso, trasformandoli in un cappio o un “abito” da sfoggiare, in qualunque occasione, per “piazzare” mercanzie di ogni genere!
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