Si svegliò e si vide.
Esisteva.
Scese dal letto appoggiando un piede a terra, sentì duro e freddo, ebbe un brivido di piacere. Le piacque.
Passo dopo passo si trovò a non poter andare più avanti, ma vide la luce, andò con la mano là e con sorpresa la luce aumentò, poteva andare avanti. Arrivò ad una lunga scalinata, sapeva che poteva andare avanti, che doveva andare avanti. Gradino , dopo gradino scendeva, inizialmente con la schiena attaccata al muro, poi sempre più spedita; si ritrovò con lo stesso spiraglio di luce, ora sapeva che andando con la mano là verso la luce e spingendo sarebbe andata avanti. Questa volta fu più difficile, ma insistendo riuscì ad aprire.
Quanta gente, tante persone come lei, ebbe paura.
Una voce gaia disse:" La piccola si è svegliata, fate posto a tavola, questa mattina mangia con noi"
Pavola capiva le parole, ma non riusciva a rispondere, voleva ma non vi riusciva.
La misero a tavola, lei si sentiva piccola, gli altri erano come lei, ma erano grandi, ed altri ancora più grandi.
La stessa voce di prima venne accanto a lei, le piacque tanto, la amò per prima, le mise nel piatto qualcosa che a lei parve buono, buonissimo. La voce era della nonna:" mangiala è buona, è zuppa di cipolle, c' è anche il pomodoro".
Finito di mangiare lei rimase sola, tutti andarono via di fretta, la nonna la prese per mano: " Vieni con me, ti porto fuori".
Fuori.......fuori c' era la luce, tutta luce, era blù......" Là è il cielo e lì la terra " disse la nonna, sotto ai piedi c' era qualcosa, Pavola si chinò e prese con la mano una cosa calda e strana, le piaceva, sarebbe rimasta volentieri a frugare lì con tutte e due le mani.
La nonna parlò ancora : " Tornate indietro, prendete anche la Pavola, anche a lei piaceranno le ciliegie".
Quello che era il nonno, tornò indietro, la prese per mano, la accompagnò ad un carro, spiegò che serviva per la raccolta delle ciliegie.
Attaccato al carro c' era qualcosa che Pavola decise che le piaceva molto, era come lei e allo stesso tempo diverso, grande, bello, bello, il nonno disse che era un somaro e meraviglia delle meraviglie il nonno la prese sotto le braccia e la mise sopra al somaro.
Altri volevano salire sul somaro, ma il nonno:"La Pavola non può camminare a lungo, è piccola, voialtri avete le gambe buone, camminate".
Fu così bello, e le sorprese non erano finite.
Arrivarono in un posto grande, grande, bellissimo, tutto blù e verde, il cielo e l' erba, le piacque tanto, tantissimo l' erba.
Le diedero in mano delle cose rosse, un nuovo colore, un colore importante, Pavola le guardava .....erano belle, bellissime.
" Ma che fai stupidina, mangiale, mangiale".
Ma Pavola non voleva mangiarle, le piaceva troppo guardarle.
Qualcuno le aprì la bocca, le mise dentro la cosa rossa, lei schiacciò i denti, buono, ma che miracolo è questo, buono, più buono della cipolla col pomodoro.........erano le ciliegie.
Quel giorno Pavola decise che le piaceva essersi vista per la prima volta, le piaceva quello che era e dove era.
Le piaceva esistere.
Pavola è nata in agosto, le ciliegie si raccolgono in maggio, quindi quel giorno aveva circa due anni e per lei maggio è ancora il mese del vino e delle rose.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.