Peperoncino ornamentale

Da Fluente

Martedì grigio e quindi privo di colori,specialmente quelli autunnali così delicati e stupendi,buongiorno amici da Andrea diamo quindi un tocco di colore con i peperoncini che in questo mese possiamo incontrare facilmente presso i fiorai, una pianta piccola, ma di gran carattere che non passa mai inosservata e lascia un vivo ricordo a chi ne assaggia i frutti. Lo troviamo anche essiccato, raccolto in ghirlande o a mazzetti, con i suoi colori caldi e vivaci rallegra giardini e balconi prolungando in un certo senso l’estate.Molti si innamorano del suo gusto mordente e non possiamo più farne a meno:non per niente il peperoncino ha conquistato interi popoli, diventando ingrediente base della loro cucina.La storia del peperoncino inizia con Cristoforo Colombo, che di ritorno dal suo primo viaggio in America lo portò in Europa. La nuova spezia conquistò subito i paesi mediterranei, dove il calore del sole faceva ben maturare i suoi frutti. In poco tempo arrivò anche in Africa e in Asia, portato dai Turchi. Qui si insediò come se fosse lì da sempre, tanto che i popoli di quelle regioni lo adottarono integrandolo nella loro cultura. Ultimamente sembra che il peperoncino stia approdando anche in Giappone, dove per tradizione hanno più successo i sapori dolci.

Conosciamolo insieme

nella preparazione di sottoli e sottaceti.Il peperoncino è rustico ma in modo “moderato”. È vero che ama i climi caldi, tropicali e subtropicali ma è altrettanto vero che soffre le temperature troppo alte come del resto quelle troppo basse. Nelle nostre regioni sopravvive all’esterno fino all’arrivo del gelo: quando la temperatura scende appena sotto i 12 °C, il suo sviluppo si arresta. Perciò copriamo il terreno attorno alla pianta, con foglie secche, paglia, argilla espansa, oppure terriccio leggero, per proteggere le radici dagli sbalzi termici.Il peperoncino desidera “bere” spesso perché le sue radici restano piuttosto in superficie dove il terreno si asciuga con facilità ma non bisogna esagerare: troppa acqua può farlo deperire, fa diminuire il sapore piccante e può favorire l’attacco dei parassiti fungini. Perciò bagniamo di frequente ma con moderazione, facendo attenzione che l’acqua venga presto assorbita. Per tutto questo mese quindi, se abbiamo eseguito bene tutte le operazioni necessarie, possiamo raccogliere gli ultimi peperoncini.Raccogliamoli mano a mano che maturano, fino a quando la pianta perde le foglie. Alcune varietà, adatte ad essere trasformate in conserve, si raccolgono ancora acerbe.Raccogliamo poco maturi anche i peperoncini che consumeremo nei mesi seguenti: essicchiamoli al sole o nel forno tiepido e leghiamoli in coroncine oppure tritiamoli e conserviamoli in vasi di vetro.Se abbiamo un po’ di tempo possiamo sbizzarrirci ancheli .Il peperoncino si può facilmente coltivare in vaso e basta lo spazio di un balcone per ottenere frutti a sufficienza per il consumo personale. La pianta in vaso è anche di ornamento e nei vivai troviamo facilmente varietà multicolori da accostare tra loro. Le piante hanno dimensioni diverse secondo la varietà ma di solito vanno dai 40 agli 80 cm di altezza.Scartiamo i vasi troppo piccoli per non avere piante sofferenti: maggiore sarà il volume di terriccio a disposizione, maggiore sarà la riserva di acqua e nutrimento a disposizione delle piante. Evitiamo, però, anche vasi troppo grossi. Innanzitutto perché diventa difficile regolare le annaffiature, si rischia di dare troppa acqua con molta facilità, e si favorisce lo sviluppo delle foglie anziché dei frutti. In secondo luogo è bene che il vaso sia proporzionato alle misure della pianta anche per motivi estetici: le più piccole, per esempio, si accontentano di vasi di 20 cm di diametro.Se viviamo in luoghi freddi, al sopraggiungere dell’inverno, ritiriamo il vaso in casa ma garantiamogli una posizione ben illuminata: mettiamola in un locale non troppo caldo e vicino a una finestra perché se la luce non sarà sufficiente il peperoncino perderà tutte le foglie. E una pianta annuale ma riusciremo a farla vivere anche due o tre anni se alla fine dell’inverno accorceremo i suoi rami, daremo un po’ di concime e riprenderemo ad annaffiarla sempre più di frequente.Termino la mia scheda didicata al pepereoncino vedendo le proprietà di questa piantina.Il peperoncino è ricco di vitamine, in particolare la vitamina A, E, B e C, di cui possiamo beneficiare se consumato fresco.
Ai peperoncino vengono attribuite un’infinità di proprietà curative, alcune delle quali ancora oggetto di studi e non dei tutto provate ma è certo che i popoli che hanno adottato questo frutto non lo hanno più abbandonato.Il peperoncino è utilizzato soprattutto dagli abitanti delle zone a clima caldo e spesso povere. In effetti il suo consumo migliora la digestione e questo permette di sfruttare al massimo il potere calorico del cibo, cioè di arricchire i piatti più poveri. È stato anche studiato il suo effetto antibiotico. Il peperoncino ha, infatti, la capacità di proteggere l’organismo dai bacilli responsabili di gravi infezioni intestinali, molto comuni nei paesi caldi. Questo piccolo ortaggio ci viene in aiuto nella prevenzione dei mali del nostro tempo: regola la pressione, abbassa il tasso di colesterolo, mantiene la funzionalità delle arterie. Sembra avere un effetto anche sul sistema nervoso come antidepressivo e può essere un valido aiuto per uscire dal vizio dell’alcool e del fumo.Magico direbbe qualcuno,proviamo quindi ad inserirlo nella nostra dieta personale.


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