Il Pd ha subito una doppia sconfitta: come il resto dei partiti che abbiamo in campo, non rappresenta più nulla se non se stesso. Il tema della rappresentanza è il nodo irrisolto. E non rappresenta neppure quella parte di Paese che voleva conquistare, il Nord. Neppure lì è riuscito a passare. Ha fatto vincere la Lega, ed ha pure perso consensi.
Ha subito bruciato il nome di Marini nella corsa al Quirinale, ha fatto un congresso anticipato nel far votare Romano Prodi… Bisogna andare ad Harvard per infilare una serie di colpi così storici.
Chiamparino, di lui non si sente più parlare. Mentre Massimo Cacciari, interpellato dai media, lui sì ne ha dette di cotte e di crude. I motivi della sconfitta, nel confessionale del Fatto quotidiano del 26 febbraio scorso, con Alessandro Ferrrucci: “Sono gli stessi da vent’anni, da sempre, da quando perdiamo….. cito Kant, quando parlava della somma dell’inerzia… Come al solito siamo gente affetta da snobismo e da puzza sotto il naso… Al nord è una catastrofe sia per Pdl che per la Lega! Eppure il centrosinistra non ha fatto un cazzo. Non è cresciuto… Loro possono insegnare tutto a tutti. Mentre gli altri sono dei cretini… Le faccio un esempio: è impossibile spiegargli che c’è una questione settentrionale. Eppure continuano a sbatterci la faccia. La loro vita si sviluppa solo tra Botteghe Oscure, il Nazareno e Montecitorio. Del resto non sanno nulla. Gli basta quel triangolo”. Chiaro, no?
Eppure il gruppo dirigente fa disfa e briga come nulla fosse. Da Rosi Bindi, che ha detto no ad un governo presieduto da Enrico Letta al no che arriva anche da giovani turchi e renziani.
E una volta tanto non si può non dar torto a D’Alema che giudica assurdo il come sia stato messo in campo Prodi. Un partito antropofago così non si vedeva da tempo.
Stefania Piazzo