Per Charlie Hebdo

Creato il 07 gennaio 2015 da Almacattleya
Vorrei sfogarmi, vorrei stare lì e gridare.
Ma preferisco il silenzio.
Non per omertà, ci mancherebbe, ma perché è già stato fatto troppo rumore.
A partire dagli spari?
Oh no, credo da molto prima.
Ogni volta che si parla di satira e di Islam, c'è sempre qualcuno che ride e dice "Ahahahah, non avete il fegato per dire qualcosa contro gli islamisti e Maometto. Non avete le palle."
Ed oggi sapete bene cosa sia successo.
La sede di un giornale satirico di Parigi è stata attaccata da terroristi.
Ecco, li chiamerò così.
Terroristi.
Senza aggiungere altro.
Alcune volte mi sono scontrata con più e più persone sul fatto che l'Islam non sia solo quello che fanno vedere, quello che preferiscono far vedere.
In quello che hanno fatto, non ci trovo nulla di differente di chi ha commesso attentati terroristici qui in Italia e all'estero e non solo in nome di Allah.
Come ho visto per esempio poco fa su Facebook, si stanno dedicando diversi fumetti a tutte quelle persone (finora riconosciute) che sono morte.
Alcuni dicono anche che quei fumettisti se la sono cercata.
Anche Falcone e Borsellino si sono cercati la morte?
Non mi sembra un paragone azzardato.
Anche tutti quelli che hanno dato la loro vita per la libertà (e non le libertà) se la sono cercata?
Ogni regime, ogni associazione terroristica sa bene quanto l'immagine sia importante, quanto facilmente può essere diffusa e così come le parole possono scardinare.
Ogni persona che cerca di mettere in dubbio qualcosa è pericolosa, ma ci sono gli estremisti e non.
La libertà di opinione include anche l'ascolto.
Come hanno scritto alcuni, non cediamo alla violenza, alla furia cieca.
Intanto questo è un giorno di lutto e non solo per Parigi, per la Francia.
Spero che questo mio post non sia visto come una cosa trita e ritrita.
Lo faccio perché come disegnatrice mi tocca, ma anche come essere umano.

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