Segnalo il post di Mauro Sandrini, di ritorno dall’Ebook Lab. Riporta l’intervento di uno scrittore polacco, Piotr Kowalczyk, che fa dell’auto-pubblicazione (o self publishing), la sua bandiera.
Aggiungo solo la mia esperienza. Su Lulu.com ci sono tre miei racconti scaricabili gratis: sarebbero da rivedere, rimaneggiare profondamente, ma il tempo è quello che è.
Gli stessi sono presenti su Amazon, in vendita a 99 centesimi di Dollaro (chi però arriva dall’Italia, vedrà un’altra cifra, 3,44 Dollari: ci sono tasse varie che il sito statunitense aggiunge ai libri elettronici). Da novembre a oggi ne vendo più o meno uno al giorno, e solo a persone che risiedono negli Stati Uniti.
Cosa vuol dire questo? Nulla, ovviamente. In mezzo a 750.000 altri ebook, e con un prezzo così popolare (Amazon permette comunque la restituzione del libro, anche se elettronico, e il rimborso della spesa), succede che qualcuno (italiani che vivono là, oppure italoamericani), sfogli, e poi decida di comprare.
Non credo sia davvero interessante questo genere di esperienza. Come amo ripetere: è necessario prima di ogni altra cosa creare una conversazione. La pubblicazione come si vede è semplice: un clic e sei sulla più grande libreria del mondo, dentro il più popolare mercato letterario del globo.
Cosa se ne ricava?
Nulla. Non soldi, né riscontro alcuno. Ho ottenuto molto più consenso, e successo, aprendo questo blog. Ho raccolto commenti, ho scoperto altre voci.
Mi sono imposto una disciplina che non ha come obiettivo quello di diventare ricco, bensì accostarmi con regolarità alla parola, per imparare sempre di più.
C’è Narcissus, lo so. Ma occorre una storia, e questa non c’è (forse). Il fatto è che al momento ho già quello che voglio: la pubblicazione. Per raggiungere altri lettori devo solo cercare di riempire il blog di post interessanti. Senza fretta, senza immaginarsi orizzonti di gloria.