Per chi ha perso una creatura cara
Creato il 05 agosto 2015 da Marvigar4
Dedico questo spazio a un’amica cara che ha perso la sua amata gatta. Le sono vicino perché so cosa significa tornare a casa e non vedere, non sentire più la presenza di una creatura che ti riempie la vita, che ti dà amore senza chiedere niente in cambio, che ti fa passare i momenti peggiori con un solo sguardo, un solo gesto d’affetto.
Stamani ho pensato a una poesia di un autore toscano, Franco Marcoaldi, una lirica che riassume bene tutto quello che accomuna noi amanti di queste splendide creature. Non me ne voglia il poeta se rubo un’intera sua composizione, ma questa poesia mi sembra un omaggio a chi in questo momento è triste e piange una perdita importante.
Con tanto affetto, un abbraccio a Franca e un bacio a Liù.
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Cavalieri e fanti
Se aveste mai dormito con un gatto
o un cane adagiato sopra al grembo,
ora conoscereste un altro sonno –
anch’esso animato da sogni
e da fantasmi, ma indenne da mentali
avvitamenti e conseguenti crucci e vacui spasmi –
proteso al cuore originario della vita:
l’uno da cui siamo venuti tutti
e a cui tutti torneremo.
Se aveste mai dormito con un gatto
o un cane adagiato sopra al grembo,
ora sapreste cos’è la vera pace:
la felicità di assentarsi
dal frastuono e assieme
la prontezza di non mancare
mai all’appuntamento buono.
Se aveste mai dormito con un gatto
o un cane adagiato sopra al grembo,
ora sapreste che la metamorfosi è possibile –
che uomo e gatto e cane sono
entità volatili e cangianti: nel sonno
condiviso scompaiono le stinte
gerarchie tra cavalieri e fanti.
Franco Marcoaldi, Animali in versi, Einaudi, 2006.
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