Per chi suona la sveglia

Creato il 02 ottobre 2012 da Alphaville

Non sono per niente scandalizzata né tantomeno stupita per tutto il marciume che affiora ribollendo in questi giorni dalle stanze dei palazzi. Disgustata sì, è ovvio, come quando per strada si pesta uno scaracchio o un preservativo usato.

Ma c’è una cosa che mi disgusta ancora di più, se possibile; ed è la sorpresa, lo stupore, lo sdegno, lo stracciarsi le vesti, lo scandalizzarsi, il coretto ipocrita degli “uuuh!” e degli “oooh!” che accompagna questo recente e presente ribollire. Perché non riesco (in coscienza) a credere che nessuno sapesse, nessuno sospettasse, nessuno intuisse che — da quando il Politico è diventato politica, e il “fare politica” un sinonimo di “tirare a campare” — questo e non altro ci si dovesse aspettare dai politici, appunto.

Come accade spesso, i casi sono due e tertium non datur: o davvero non si sapeva quello che stava accadendo, o faceva comodo non sapere. Punto. Ne consegue, a mio avviso, che ci fosse da un lato chi era ignorante e non capiva, e dall’altro chi era mascalzone e facesse finta di niente. Ora, se uno non sa una cosa è meritorio insegnargliela: nel frattempo, però, evitiamo che faccia danni; del pari, se uno bazzica il Palazzo e i palazzi ma se ne frega del bene comune, evitiamo che faccia danni anche lui. E stabiliamo che in entrambi i casi costoro non debbano potersi avvicinare alle urne, né come elettori né come candidati, per nessuna ragione al mondo: perché il loro pasticciare con voti di scambio, schede fantasma e crocette vagabonde sarebbe una catastrofe per il Paese.

Mi si fa notare che la catastrofe c’è già stata. A parte che — così a naso — non mi pare ancora compiuta (ed è questo che mi spaventa), chi ti dice che sia un male?