PROPOSTE PER UN FISCO EQUO
Per dare una sterzata al nostro sistema fiscale in direzione di una maggiore equità, sia semplificandolo che per andare a prendere i soldi dove sono, bisognerebbe, mutuando un po’ dagli altri Paesi evoluti ed adattando a noi gli strumenti, ridurre l’imposizione a solo quattro imposte. La Patrimoniale come imposta principale e federale (un po’ come in Svizzera la tassa cantonale), l’imposta sulle rendite e sulle transazioni finanziarie, le imposte sui redditi e l’Iva. Tutto il resto, dai canoni rai alle imposte governative, passando per accise e registro, si potrebbe tranquillamente eliminare.
La Patrimoniale, progressiva dall’1 al 6 per mille, detraibile dalle altre imposte, tranne l’iva, potrebbe essere riscossa per le spa a livello nazionale, per le srl a quello regionale, per le società di persone a livello provinciale, per le persone fisiche a livello comunale. Le società di capitali, soprattutto quelle per azioni, vedrebbero perciò inutile il giochetto di presentare bilanci in perdita od in pareggio, dato che a tante azioni di tale valore corrisponderebbe comunque un’imposta… Ovviamente, qualora realizzassero utili, alle relative imposte sui redditi verrebbe detratta la patrimoniale già pagata.
L’imposta sulle rendite finanziarie dovrebbe essere progressiva almeno come quella sui redditi (negli USA lo è di più), quella sulle transazioni sarebbe applicata con le modalità della tassazione separata, su quelle riguardanti azioni o partecipazioni possedute per oltre un anno, a tassazione ordinaria, sommando il valore della transazione alle altre rendite, su quelle acquistate e vendute entro l’anno, scoraggiando, così, operazioni speculative. La parametrazione delle aliquote, con gli strumenti informatici, potrebbe esser superata con estrema facilità, prevedendo un’equazione che, data un aliquota massima ed una minima, realizzi una progressività continua secondo una curva stabilita. L’iva potrebbe restare com’è ora.
Ci preme, però, far rilevare che, nello spirito della Costituzione, meno un’imposta è progressiva e più è ingiusta, gravando soprattutto sulle fasce più deboli (le tre aliquote di Tremonti preoccupano non poco…). L’applicazione di quanto sopra, studiata in modo da mantenere inalterato il gettito, ed il carico, fiscale, fondandosi soprattutto proprio sulla progressività e riequilibrando il rapporto tra imposizione sui redditi e sulle rendite ed i patrimoni, si risolverebbe con un minor carico fiscale per pensionati, lavoratori ed imprese, agevolando l’economia reale a danno della speculazione finanziaria.
UIL CSP PARMA, UIL FINANZIARI PARMA
Parma 29 giugno 2011