Col tempo quella Chiara che aveva volutamente scelto di conoscere solo il guscio protettivo della solita casa, del compagno e del lavoro di una vita, impara a scoprire un’altra sé capace di azioni mai immaginate. Non stiamo parlando di imprese epiche – in fondo impiega quei dieci minuti sempre in modo semplice –, ma di piccole cose quotidiane che le fanno scoprire di potersi adattare alla vita che da un anno a questa parte le è stata imposta, lontana proprio da quella coperta di Linus sotto la quale ha sempre voluto nascondersi. Complici un amico musicista, un altro gay, un giovane ragazzo originario dell’Eritrea e tante altre comparse ciascuna con le sue ferite non del tutto rimarginate, Chiara impara ad aprire gli occhi sul mondo che si ostinava a non voler scoprire e si meraviglia «ancora di più per aver scoperto quello che c’era già». Ridimensiona anche il bisogno della vecchia, rassicurante vita, specie di quel marito che, pur avendole inflitto un grande dolore, vorrebbe riavere accanto a sé, come se nulla fosse accaduto.
L’ultimo romanzo di Chiara Gamberale è un piccolo gioiello: una sorta di manuale di sopravvivenza per tutti coloro che si trovano a dover affrontare dei cambiamenti difficili, magari imposti. Con la sua penna fluida e piacevole insegna che si può imparare ad assecondare quei cambiamenti, riappacificandosi con se stessi, o addirittura riscoprendosi. Un romanzo semplice e ricco di sensibilità, l’ingrediente segreto della scrittrice.
Angela Liuzzi
Chiara Gamberale, Per dieci minuti, Feltrinelli, 2014, 16 euro