E poi accorgersi che nonostante gli inevitabili errori, nonostante il turpiloquio ottimo ed abbondante, nonostante l’anarchia, pressoché perenne, qualcosa di buono, in fondo lo stai facendo. E non perché tua figlia consideri anomalo un cane vestito di chiffon. Ma perché stasera, mentre facevi manovra per parcheggiare, ti urla: ‘mamma, mamma lì no, lì no.’ E tu la guardi, e non capisci, e lei sicura della sicurezza dei suoi cinque anni ti spiega: ‘lì no, lì è il parcheggio dei bisabili (che sarebbero dis, ma lì non c’è la possiamo fare)’ e tu pensi che si qualcosa di buono l’hai fatto, alla faccia della tata Lucia.
e no, quello dei disabili era quello accanto ma è l’intenzione che conta